Oggi il tema nutrizionale e salutistico è fortemente sentito da una sempre più ampia fascia di consumatori. Mi ricordo bene quando, quasi 15 anni fa, iniziai a occuparmi un po' più seriamente di enogastronomia, coloro che cercavano la genuinità di un cibo erano solo una nicchia di appassionati, mentre adesso, in verità ormai da alcuni anni, quella nicchia è diventata una gran bella fetta di popolazione che nel tempo si è evoluta, iniziando a porsi delle domande a sfondo nutrizionale, in sostanza è intervenuto il fattore salutistico che ha, poco alla volta, assunto una primaria importanza.
Ed ecco
che a Palermo, mia città di riferimento dove il biologico non è mai attecchito,
in un periodo di crisi economica, una certa fascia di consumatori, senza
distinzione di classe, ha cominciato a preferire il biologico certificato,
generalmente venduto a prezzi maggiori rispetto al convenzionale, permettendo
così lo sviluppo di una serie di attività commerciali che lo veicolano a
diversi livelli: G.A.S., botteghe, G.D.O., catene in franchising e mercatini.
Il perchè di tutto ciò? Lascio volentieri
l'analisi agli esperti del caso, ma permettetemi una mia personale impressione,
probabilmente i consumatori hanno cominciato a correlare cibo e salute grazie
ai media, sempre più liberi di dar voce e di ospitare opinioni diverse, come
accade sul DTT e sul SAT, spostando la TV generalista sempre più verso quella
tematica, ma soprattutto su Internet. Fatto sta che comunque, da qualsiasi
parte venga questa importate evoluzione del consumatore, l'argomento ha
interessato persino l'UNESCO, il quale si è occupato di buona alimentazione
nominando la Dieta Mediterranea patrimonio immateriale dell'umanità. Pertanto,
in seguito a tali considerazioni, viene quasi spontaneo che delle associazioni
e dei singoli individui facciano sistema e uniscano i loro sforzi per promuovere
un'alimentazione più sana, che ci possa allungare la vita e/o farcela godere
meglio.
Questi sono i presupposti che hanno mosso
l'Associazione Culturale Mons Realis e l'I.Di.Med. - Istituto Dieta
Mediterranea, ad organizzare una serie
di eventi denominati "AlimentiAMO la vita", che si sono svolti lo
scorso 13 e 14 Settembre 2014 presso il Centro Maria Immacolata di Poggio San
Francesco, frazione di Monreale (PA), messo gentilmente a disposizione da Padre
Ferdinando Toia. Subito dopo l'inaugurazione della mostra mercato, organizzata
per l'occasione, è iniziato un convegno moderato da Francesca Cerami di
I.Di.Med ed arricchito da numerose relazioni. In ordine di intervento hanno
parlato: il Sindaco di Monreale Piero Capizzi,
Sami Ben Abdelaali, della presidenza della Regione Siciliana, Nicola
Fiasconaro, dell'omonima azienda castelbuonese produttrice di panettoni,
Aurelio Angelini, Presidente del Comitato Scientifico dei Comuni UNESCO
Sicilia, Rocco Di Lorenzo, dell'Unione delle Associazioni no profit, Angelo
Granà, Presidente dell'Associazione Mons Realis, Bartolo Fazio, Consigliere
delegato di I.Di.Med., Salvatore Martorana, Presidente del Comitato Tecnico
Anci SiciliaxExpo2015, Giuseppe Carruba, Dirigente Medico ARNAS Civico di
Palermo e Presidente I.Di.Med, Anselmo Intrivici, Presidente Istituto
Zooprofilattico Sperimentale Sicilia A.Mirri, Salvatore Porrovecchio, Dirigente
Medico presso L'Azienda Ospedaliera Policlinico di Palermo, Simone Santa Maria,
Project Manager di Eat-Well.
Dopo la pausa per il pranzo, il convegno è
ripreso con la relazione di Pasquale Dante, del Comitato Italiano Movimento
Europeo, Natale Giordano, per il Progetto Festival UNESCO ICCN del COPPEM, Nino
Sutera, Direttore della lurss Onlus Rosario Schicchi, Presidente del CIRITA,
Maurizio Artusi, enogastronomo di CucinArtusi.it, ed infine l'appassionato
intervento di Enza Bruno di Mons Realis, che ha
illustrato e proposto la sottoscrizione di un protocollo d'intesa il cui
obiettivo sarà quello di sviluppare le sinergie tra i soggetti che hanno
partecipato all'evento, con l'unico fine di promuovere un'alimentazione più
salutare. Questi sono gli enti e le associazioni coinvolte: I.Di.Med,
Associazione culturale “Mons Realis”, Comune di Monreale, Slow Food regionale,
Gal Madonie, Gal Terre Normanne, Unione Associazioni no profit, Anci Sicilia,
Eat-Well, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”,
Comitato Scientifico dei Comuni Unesco Sicilia, CIME, Accademia Italiana della
Cucina, LURSS, CucinArtusi.it.
Gli argomenti affrontati durante il convegno sono stati numerosi, si è
parlato di: Dieta Mediterranea, riconoscimento UNESCO per Palermo, Monreale e
Cefalù, l'Expo 2015, sicurezza alimentare, internazionalizzazione,
biodiversità, verdure salutistiche, De.Co. e sviluppo dell'agroalimentare
siciliano. Insomma, una kermesse di relatori che è stata sospesa solo per
assaggiare i prodotti degli espositori della mostra mercato attigua alla sala
convegno e ricca di produttori di eccellenze, guarda caso quasi tutti ben
conosciuti da CucinArtusi.it.
Con il mio intervento al convegno, durante la
sessione pomeridiana, ho voluto riportare il focus su un argomento già
affrontato durante la mattinata: la Dieta Mediterranea, presentata dalla
esaustiva e competente relazione del Prof. Carruba, come principale atto di
prevenzione delle malattie che affliggono l'uomo occidentale moderno. Secondo
me, però, non basta modificare la nostra alimentazione e riavvicinarla a quella
dei nostri nonni, tornando alla base di legumi e cereali, con poca carne e
pochissimi dolci, bensì dobbiamo anche operare una selezione degli stessi, in
modo da ottenere il massimo grado salutistico dalla nostra "nuova"
dieta. A tal proposito, ci vengono in aiuto i prodotti dell'agroalimentare di
Sicilia, isola felice capace di ricompensare il sudore dei suoi operatori
agricoli e zootecnici con una serie di eccellenze dalle caratteristiche
mediamente più salutistiche rispetto ad altri, come sempre più spesso viene
scientificamente accertato da diverse ricerche. Prodotti come i formaggi a latte
crudo, alcune tipologie di frutta come il ficodindia, l'olio extra vergine di
oliva, le carni di suino nero e tanti altri, contengono più antiossidanti
rispetto a prodotti analoghi di altre regioni del mondo. Ed allora, perchè non
integrarli nella dieta mediterranea ed utilizzare queste particolari
peculiarità come claim salutistico nella loro promozione sui mercati mondiali?
Potrebbe essere una buona idea per l'imminente Expo 2015, ma prima si dovranno
operare tutta una serie di nuovi approcci, al fine di poter dare un corretto
seguito alla promozione. Grazie ai numerosi anni trascorsi tra prodotti e
produttori dell'agroalimentare, ho potuto elaborare una mia teoria su quali
possano essere i principali ostacoli allo sviluppo di interi territori
siciliani ad economia agricola, identificando dei punti deboli condensabili in
tre "C": Cooperazione, Certificazione e Comunicazione. Prima
"C". Tramite l'associativismo di qualsiasi tipologia, potremmo
riuscire a cavalcare la globalizzazione invece di subirla, dobbiamo poter fare
la voce grossa, ma al contempo rimanere piccoli, per ben gestire quella qualità
che in tanti ci invidiano. Seconda "C". Personalmente non credo molto
alle certificazioni, dal bio alle DOP, piuttosto credo di più alla filiera corta
ed al rapporto consumatore-produttore, ma sul mercato pagano, conferiscono al
prodotto un grande valore aggiunto e sono punti di riferimento per
l'acquirente, aspetto nel quale, per fortuna, la Sicilia è già abbastanza
impegnata, ma non abbastanza. Terza "C". L'ultimo, forse uno dei più
endemici e gravi, è l'aspetto comunicativo, è inutile produrre eccellenze e non
riuscire a farle conoscere ai consumatori interessati, magari proprio a quella
fascia evoluta di popolazione che li sta cercando, una carenza oggi senza scusanti,
nell'era di Internet, dei social, dei cellulari e dei viaggi, tutti a basso
costo e quindi alla portata anche delle piccole e piccolissime aziende, ma
anche dei singoli individui. Attuare le tre "C" in un'impresa
agricola siciliana può essere molto difficile, ma in questo caso, io sono
solito fare l'esempio del Consorzio dell'Arancia di Ribera nel quale, il suo
Presidente Peppe Pasciuta, è riuscito a convogliare la Cooperazione, grazie
all'istituzione del consorzio, la Certificazione, grazie al raggiungimento
della DOP, e la Comunicazione, tramite la partecipazione a diverse fiere
internazionali di settore, eventi vari e la diffusione di comunicati stampa di
informazione.
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