NinoSutera
Il mondo dell'enogastronomia orami è diventato variegato, diviso tra chi si ispira a cuochi della scuola italiana e chi insegue culture diverse e a volte contrapposte Nel mondo però si mangia rigorosamente italiano, di quella scuola italiana ricercatissima. Taluni pur lavorando in Italia, si ispirano a chef tedeschi, irlandesi, inglesi, spagnoli e/o francesi, più per una crisi di identità, che di una convinzione professionale
Gastronomo e letterato, padre riconosciuto della moderna cucina e grande divulgatore della lingua italiana, Pellegrino Artusi nasce a Forlimpopoli il 4 agosto 1820. Dopo gli studi comincia ad occuparsi degli affari paterni e quindi a viaggiare quale commerciante nelle varie regioni della penisola italiana. L’anno successivo alla tragica notte del 25 gennaio 1851, quando Forlimpopoli subisce la violenta irruzione della banda del Passatore, la famiglia Artusi lascia Forlimpopoli e si trasferisce a Firenze. Artusi gode di vita agiata e a soli 45 anni può cominciare a occuparsi a tempo pieno delle sue passioni, la cultura e la cucina. Borghese, liberale e penna arguta è l’autore del bestseller “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. Artusi dedica gli ultimi vent’anni della sua vita a quest’opera letteraria che segnerà la storia dell’identità gastronomica nazionale. Muore a 91 anni nel 1911 a Firenze.
A Casa Artusi, a Forlimpopoli, c’è un tesoro. Sono quasi duemila lettere indirizzate a Pellegrino Artusi, da lui stesso segnate con la data d’arrivo e quella della propria risposta.
L’Italia risorge unitaria grazie ai trasporti e alla comunicazione, alle ferrovie e alle poste. Artusi è il primo a beneficiarne, ricevendo polli e prodotti dai suoi poderi romagnoli, scrivendo lettere a sorelle, nipoti ed amici. Quando pubblica a proprie spese La scienza in cucina non vede ancora l’efficacia della rete postale per la diffusione di un libro, ma saranno i suoi potenziali e reali lettori a rivelarglielo. Nel 1897 l’indirizzo dell’autore, piazza d’Azeglio 25, figura accanto a Bemporad incaricato della diffusione, e inizia una nuova vita in quella casa perché arriveranno in numero crescente cartoline postali e cartoline illustrate, lettere di sconosciuti, accanto ovviamente a quelle dei numerosi nipoti. Una nuova vita, per il vecchio signore, nello studio, a rispondere a richieste semplici, l’invio contrassegno di un esemplare, e altre più complesse, concernenti una ricetta assente, un ingrediente sconosciuto e persino, da Palermo, su come procurarsi l’utensile per fare le cialde, introvabile nei negozi. Quando Artusi, nei mesi estivi, è in vacanza, il primo a rispondere alle richieste di esemplari del libro è il cuoco Francesco Ruffilli, sempre impegnato a correre alla posta o ai depositi ferroviari. Così La scienza in cucina viaggia e si crea una rete di corrispondenti, donne e uomini, interessati ad una nuova cultura in cui la cucina domestica ha un ruolo fondamentale che eclissa la gastronomia francese e l’industria alberghiera. Alla morte di Artusi le lettere a lui indirizzate entrano a far parte del patrimonio del Comune di Forlimpopoli, destinatario della maggior parte della sua eredità. Il carteggio è ora conservato in Casa Artusi, all’interno dell’Archivio della Biblioteca Comunale P. Artusi. Nel corso degli anni è stato inventariato, trascritto e digitalizzato, diventando un’importante fonte utile agli studi complementari al ricettario e alla biografia stessa di Pellegrino Artusi. Ora, il Comune di Forlimpopoli e Casa Artusi mettono a disposizione dei lettori questo patrimonio di oltre 1840 lettere, quale risorsa documentaria unica, utile a quanti vogliano conoscere meglio la figura e l’opera dell’autore de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, e non solo.
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