Se
è vero che come dice Pasteur
la malattia è trasmessa da ciò che mangiamo e respiriamo”, la
corretta alimentazione è sicuramente un cardine importante della
nostra vita.
Conoscere
che un preparato alimentare è presente nella tradizione di una
popolazione, che la ricetta è stata tramandata e garantisce qualità
e continuità nella sua composizione nel tempo, interessa molto i
consumatori sensibili di oggi.
Nonostante
la crisi economica, il consumatore è sensibile al richiamo della
tradizione e tra un hamburger e una frittura di surgelati provenienti
dalla Cina in puro olio di palma, riesce ad inserire nelle sue scelte
gastronomiche, specialmente a livello di dolci, il nostro torrone, la
nostra cubbaita o giuggiulena, i nostri cappelletti delle Provincia
di Trapani o le cassatelle di Agira e perché no, le “minni di virgini”.
Quest’ultimo
gesto di identità del consumatore nasce anche dalla coscienza che,
non basta il rinato amore per lo spirito unitario rinato in occasione
delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità di Italia, ma dal
dovere di premiare il Made in Italy nell’agroalimentare, per una
questione di rilancio economico del territorio, per offrire a se
stesso garanzie di qualità e sicurezza, che sono il connubio di una
tradizione e la garanzia che solo un “moderno” disciplinare di
produzione può offrire.
Le
scelte alimentari devono comunque essere guidate e non sono bastate
le iniziative della politica agricola Europea dei prima anni novanta,
indirizzate a promuovere marchi DOP, IGP e biologici
nell’agroalimentare, per modificare le cattive abitudini alimentari
che gli abitanti dell’Europa avevano intrapreso già da decenni.
Le
cattive abitudini alimentari portano all’obesità alle malattie
cardi vascolari e sono sicuramente collegate all’elevata incidenza
delle neoplasie.
Uno
stile di vita appropriato nell’abbigliamento si intravede nel
giusto abito portato allungo, rispettando così l’ambiente come
recentemente ha dichiarato un professore di estetica, che
candidamente dichiarava di avere un solo abito per l’estate ed uno
per l’inverno, dichiarando superfluo l’armadio, ma sicuramente
senza arrivare a questi estremi nel rispetto delle proprie esigenze e
della dignità degli altri e soprattutto nel rispetto dell’Ambiente.
Come nell’abito così nella scelta del cibo bisogna puntare alla
qualità e non alla quantità: la qualità produce immediata
soddisfazione e futuro benessere, di contro la quantità produce
ingombro, danni per l’ambiente e per la salute umana.
Inoltre
è bello conoscere la storia di un tessuto e la sua provenienza ed è
senz’altro una soddisfazione non solo materiale ma spirituale
sapere di più di ciò che si mangia e sapere perché quel preparato
è nato, quando è stato per la prima volta creato e per quale
occasione: rivivremo così, mangiando, non solo una gestualità
necessaria alla nostra sopravvivenza materiale ma anche a quella
spirituale, che ci fa sentire più vicini al creatore e a chi ci
circonda nella nostra vita quotidiana.
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