domenica 3 settembre 2017

Alla riscoperta del Giustalisa con i grani rari della Valle del Belice

. Tavolo tecnico di degustazione enogastronomica del menu’ a 4 mani degli chef dell’Alberghiero e della Ristorazione di Castelvetrano Francesco Mauceri e Michele Ciaccio.


di Anna Maria Massaro  

Alla Kermesse di mercoledi’ 6 settembre (ristorante Opuntia di Santa Margherita di Belice) partecipano i cattedratici Baldo Portolano, Pinetto Di Prima e Giuseppe Bivona; i giornalisti Giacomo Glaviano e Attilio Vinci; Giuseppe Russo, Consorzio Ballatore, e Nino Sutera Osservatorio Neo-Ruralita’ Esa, nonche’ tanti amanti del buon gusto autoctono come Francesca Cerami e il titolare dell’azienda Melchiorre Ferraro e famiglia



Da piu’ parti, si invoca il “ritorno alle origini”, quando le varieta’ di grano che crescevano nei nostri campi erano tante, indicate da nomi insoliti o dialettali, e poco importava che le spighe fossero imperfette e una diversa dall’altra se poi il sapore di quello che se ne otteneva era buono, in tutti i sensi. Se e’ vero che oggi anche la dizione “grani antichi” rischia di diventare un tormentone.

Povero grano, verrebbe da dire. Additato da tanti come nemico numero uno e responsabile di intolleranze e malesseri nonostante sia alla base della Dieta Mediterranea. Vittima al tempo stesso di disinformazione e allarmismi mediatici e di sperimentazione genetica senza scrupoli, che spesso ha finito con il renderlo tutt’altro da quello che era in origine: un vero tesoro – come ricorda lo spettacolo dei campi dorati prima della mietitura – alla base della tradizione gastronomica italiana e mediterranea, a cominciare dal pane e dalla pasta

La Sicilia, fulcro di questi preziosi giacimenti. Russello, Perciasacchi, Nero delle Madonie, Tumminia, Giustalisa,  sono tra i nomi   delle varieta’ autoctone che tornano a crescere, ad opera di agricoltori determinati e di ricercatori appassionati, tra i campi siciliani come appunto la Famiglia Ferraro di Santa Margherita Belice.

In tutta l’isola  sta nascendo una vera e propria “economia del grano”, dove antiche tradizioni e nuove imprese vanno a braccetto creando cultura e nuove nicchie di mercato. «La gente sta iniziando a fare sempre più attenzione a quello che mangia, a partire dal grano – dice Nino Sutera dell’Osservatorio di NeoRuralita’ dell’Ente di Sviluppo Agricolo, noi abbiamo il dovere di facilitare e incoraggiare questo processo. L’evento organizzato  dalla famiglia Ferraro non  e’  solo per intenditori, ma ha l’ambizione di favorire la diffusione di un stile alimentare sano e nutraceutico conclude Nino Sutera.

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