Dalla
lettura della mano all’analisi in laboratorio dei telomeri.
Giuseppe Bivona
Alice fini di leggere l’articolo e con tono sconsolato disse: Aveva ragione Martin Heindegger“Solo un dio
potrà salvarci!
Una
volta ,nel tempo incantato per leggere il futuro, porgevamo la mano alla
zingara, scrutando la “linea “ della vita , del cuore ,della salute….. ora il
disincanto, bastano alcune gocce di sangue e in laboratorio vi svelano
l’arcano!“ Piegò il giornale e lo passò
al Gufo “ Leggilo”, disse
Il
quotidiano era “The Indipendent” in cui era apparsa la notizia che attraverso
l’esame del sangue e con una spesa di circa 500 euro sapremo
quanto ci resta da…vivere. Il test è stato messo a punto da Maria Blasco
dello Spanisch National Cancer Resaerch Centre di Madrid denominato “Life
Length” : Sappiamo ,-Dice la Blasco- “ che le persone nate con telomeri
corti rispetto al normale hanno una
durata di vita più breve , molto probabilmente varrà il contrario”
Alice,si
chiedeva perplessa come
reagiranno le persone che risulteranno destinati ad avere una vecchia breve se non addirittura
inesistente , oggi,vivere con la
speranza di una vita lunga è fondamentale! E come si sarebbero comportate le
società assicurative? E le nostre scelte di “coppia” saranno condizionati? Quale scenario si apre sul futuro di questo
mondo cosi perfetto, razionale, calcolante? Il Gufo fini di leggere l’articolo
e rispose:” Cara Alice siamo ormai a pieno titolo nell’età della “tecnica” la nostra tragedia “umana” è duplice: non siamo
preparati “culturalmente” a questi
cambiamenti e, quello ancora più grave, che non possediamo un pensiero
“alternativo” capace di proporci soluzioni diverse a quelle oggi imperanti”.
Alice , però ,non era del tutto convinta , in
fondo la scienza e le applicazioni della tecnica hanno consentito di elevare la
qualità della vita. La scienza indaga,
la tecnica applica è pur vero che l’utilizzazione talvolta viene indirizzata in “malo
modo”destinata a fini non certo nobili
!”.
“ Non sono d’accordo”- disse il Gufo- “ la
tecnica , diversamente dalla tecnologia ,nella sua vera espressione deve essere
intesa come la forma più alta di
razionalità raggiunta dall’uomo ,è il
fondamento del nostro modo di pensare ,
è un pensiero pratico ,calcolante a cui
interessa il risultato ,l’efficienza ,
non usa più parole superflue, discorsi retorici , anzi per farla breve si serve
dei numeri ,imita il calcolatore col sistema binario ,zero ,uno .Risponde pragmaticamente ad un imperativo: ottenere il
massimo risultato con un minimo
dispendio di mezzi “ .
Alice continuava ad avere delle riserve questa ”tecnica” in
fondo… le ricordava qualcosa….” Ma si ! disse ,”alcuni anni fa ho visto al
teatro greco di Siracusa la tragedia di Eschilo “ Prometeo incatenato” , in breve
Giove aveva dato incarico ad Epimeteo,, di assegnare ad ogni animale del creato
la sua “virtù” ovvero le qualità
istintive, ma come dice lo stesso nome Epimeteo , colui che pensa
dopo,improvvido, esaurì le virtù ,lasciandone privo l’uomo. Giove mosso da
pietà per i poveri uomini, decise di ovviare inviando sulla terra il fratello
Prometeo , colui che pensa in anticipo , previgente e con la sua virtù ,insegnò agli uomini la “tecnica” tra cui quella del fuoco. Fu cosi che gli
uomini da esseri impauriti ,muti ed indifesi, organizzarono la mente e
conquistarono dignità e prestigio” .
“ Ma tu
dimentichi -,disse il Gufo -che per questo Giove fece incatenare Prometeo su
una montagna ed ogni giorno una aquila perforava il suo ventre beccandogli il
fegato! E dovresti ricordare che quando il coro chiede a Prometeo, se oltre al
fuoco ,agli uomini, abbia dato “cieche speranze”, Prometeo risponde di si, e il coro ribatte :“che ben ti stia ,questa punizione!” .
“ Ma per gli antichi la natura era lo scenario
entro cui si svolgeva la vita ora madre affettuosa ,ora matrigna ,per dirla con
Leopardi.” disse Alice.
Be, non
tutti gli antichi si rapportavano con la natura allo stesso modo : c’è una sostanziale differenza tra la visione greca ,in cui la natura è l’entità
che nessun uomo, nessun dio fece , che
sempre è stata e sempre sarà ,
perciò l’uomo è “giusto” se sa “aggiustarsi” , rapportarsi con armonia e rispetto alle leggi della natura,
la quale è indiscutibilmente superiore alla “tecnica”. Per la cultura giudaica-
cristiana invece la natura è stata creata da Dio e posta al servizio dell’uomo , il quale è collocato
al vertice del creato con facoltà di
dominarla e servirsene secondo le sue necessità ”
“Comunque
sia- disse Alice -fino all’età moderna la natura non mi sembra fosse stata
“violentata” più di tanto ,a parte
qualche disastro, i rapporti tra uomo e l’ambiente sono vissuti in sostanziale rispetto o quasi in armonia. I nostri guai sono iniziati da qualche secolo
a questa parte”
“ Non
proprio” disse il Gufo il “seme” fu
buttato nel seicento , con Cartesio, Bacone, Galileo,i quali non intendevano
più osservare la natura e carpirne qualche segreto , come fossero scolaretti
impacciati ! Ma sottopongono la
natura ad una severa indagine cognitiva, attraverso il cosi detto metodo
scientifico, ovvero formulano delle ipotesi , sottopongono la natura a
sperimento e se la risposta è positiva , questa costituirà una legge di natura!
Altro che antitesi tra scienza e religione ! Qui si consuma un abbraccio
mortale .Cosi la scienza viene chiamata a dare un contributo alla “redenzione” , si hai capito bene ,alla “liberazione” dell’uomo
dalla condanna divina di dover
guadagnare il pane col sudore della fronte e la donna di partorire con dolori!
La scienza diventa cosi la vera ed unica essenza del’umanesimo, l’uomo”
possessor et dominator mundi” .
Per Alice il discorso non era ancora del tutto
chiaro :” Ma se la tecnica o la scienza utilizzano dei mezzi per raggiungere
dei fini ,che poi sono il soddisfacimento dei bisogni dell’uomo che “male ti fo”?
E il
Gufo:“Intanto lo sguardo dell’uomo per la natura non è più contemplativo, trasognato , poetico, ha cambiato interesse ,
si muove per operare “cambiamenti”. Vedi, cara Alice se porti in un bosco un
poeta e un falegname, il primo, sentirà il canto degli uccelli, e il profumo
della ginestra, il secondo è mosso dall’interesse per il legname per fabbricare
porte e tavolini, cosi vale per il fiume, la terra”..
Alice ,
questa volta lo interruppe bruscamente: “ Ma il poeta , il falegname e tanti altri dovranno
alimentarsi o si nutriranno di poesia?”
“
Certo, disse il gufo, noi utilizziamo dei mezzi per raggiungere dei fini e fin
qui nulla da eccepire ! Se non fosse
sorto ,uno strano caso ,sollevato dal filosofo Hegel il quale sostenne che un
fenomeno di interesse quantitativo se viene ampliato, esteso, coinvolgendo
tutto il contesto in cui opera, si
modifica…. Qualitativamente, e a supporto della sua idea portò questo
esempio: se io mi tolgo un capello ho
sempre i capelli, se me ne tolgo dieci ho sempre i capelli e cosi via…ma se me ne tolgo tutti sono …calvo
.Al manifestarsi dell’incremento quantitativo alla fine se ne modifica la
qualità.
Alice arricciò il naso:” Scusami ma il tuo discorso somiglia assai alla tecnica oratoria dei
sofisti greci!”
“Proverò
a farti un esempio più convincente” -
disse il Gufo- “Tutti sappiamo che il
denaro è nato come un mezzo per
raggiungere determinati fini ovvero soddisfare i bisogni , ebbene , se il
denaro è la condizione universale per soddisfare i bisogni ,da mezzo diviene
l’unico fine al cui raggiungimento gli uomini sono disposti a fare cose leciti
ed illeciti! Insomma da mezzo si è trasmutato in fine, ovvero lo scopo( per molti ) della ragion di vivere!
Dimmi tu, se al mondo d’oggi il nostro
rapporto col denaro è più “vicino” alla definizione di un mezzo oppure ad uno
“scopo”!!
Alice
restò perplessa, ma il Gufo continuò : “ Ora la condizione della “tecnica” ha
subito la stessa metamorfosi , quante balle siamo costretti a sentire sulla
ricerca scientifica , sugli obbiettivi, i nobili fini…No! La tecnica è un
gigantesco ,mostruoso apparato autoreferenziale ,che si auto legittima quasi
per definizione ,gli uomini strumenti di
questi apparati . Va avanti secondo un percorso perverso: se la tecnica crea
disastri sarà sempre la tecnica a proporre le soluzione , non abbiamo via di
scampo! “
Alice
ora era sconfortata: “ Sai , tutti i nostri guai nascono dall’essere pregni di
“culture” ottimiste. Dalla religione : peccato –espiazione-salvezza
Dalla
tecnica : ignoranza- conoscenza-
progresso
Dalla
politica : povertà – lotta benessere.
Sembrano
tutti mirare ,verso una ed univoca direzione come una freccia scoccata . E se valesse
il contrario,ovvero che dall’”età dell’oro” scendiamo sempre “giù” ,come dire
che i tempi migliori sono quelli …trascorsi?
Nessun commento:
Posta un commento