venerdì 18 novembre 2022

Nicolò Grippaldi ? un pioniere

 

Nicolò Grippaldi, pioniere della 

viticoltura a Enna

Il giovane progetto enologico da agricoltura biodinamica prende vita a Gagliano Castelferrato, e sembrerebbe sia l’unico caso di viticoltura nella provincia ennese. Solo 3,33 ettari di Nero d’Avola e Nerello Mascalese ma che hanno già conquistato i grandi ristoranti del mondo.

 Salvo Ognibene

 


Un unico vigneto in un piccolo paesino al centro della Sicilia è la sintesi di quanto vorremmo raccontare di Nicolò Grippaldi. In realtà ci sarebbe e c’è tanto altro ma nella normalità di un piccolo vigneto c’è tutta la straordinarietà dell’unicità di un racconto speciale, andiamo per ordine: dopo gli studi in filosofia e lettere a Firenze ritorna nella sua Gagliano Castelferrato con l’idea ben chiara di produrre vino. E’ il 2015 quando impianta 3,33 ettari di barbatelle selvatiche (innestate poi a Nero d’Avola e Nerello Mascalese) nella terra dove il bisnonno, 100 anni prima, conduceva un piccolo vigneto poi distrutto dalla  fillossera insieme al resto della viticoltura in provincia. Vigneti sradicati e mai ripiantati almeno fino al ritorno di Grippaldi: durante gli studi entra a tutto tondo nel mondo del vino grazie al Castello dei Rampolla a Panzano in Chianti e una volta tornato in Sicilia attua il suo credo con grande dedizione dopo essere riuscito a convincere la propria famiglia a sostenerlo in un’idea degna delle avventure di Don Chisciotte. La biodinamica è il filo conduttore e tra sperimentazioni e prove tutto sembra avere forma nell’universo di Grippaldi: l’Etna si scorge tra i filari esposti a sud che non conoscono acciaio ma pali in castagno e fili di byco per evitare l’elettromagnetismo. Nel 2017 la prima vendemmia (che si realizza in un unico giorno perché le due varietà a bacca rossa maturano insieme) e nel 2019 inizia a commercializzare le sue etichette (annata 2018) di Dei Pinti, Spinasanta e Le Domeniche di Teo prima che il Covid sconvolgesse il mondo. L’ultimo nato è Salvatore Grippaldi, Nero D’Avola in purezza nato dalla fortunata vendemmia del 2019 dove le uve della varietà regina siciliana sono state attaccata da botrite nobile e per questo motivo sono state prodotte solo 900 bottiglie dedicate al padre.



Folgorato dalla biodinamica, Grippaldi è sincero nella sua visione enologica e scommette su un territorio che sconosce la viticoltura moderna: “Fare vitivinicoltura Biodinamica a Enna è un sogno che si sta consolidando, ma anche una grossa ambizione per far sì che questo territorio sconosciuto al mondo enologico possa finalmente dare anch’esso il suo contributo al potenziale enologico che abbiamo in Sicilia - sottolinea Grippaldi - Il vino serve, anche dal mio punto di vista, ad avvicinare le persone a volte e anche la storia del territorio dove nasce. Mi piacerebbe un giorno vedere Gagliano Castelferrato e tanti altri piccoli borghi in provincia di Enna vivere di turismo e di eccellenze territoriali non per forza legate solo al vino ma il vino come portabandiera di un terroir”.

Suoli argillosi con presenze di limo e sabbia a circa 650 metri sul livello del mare, forti escursioni termiche che rappresentano un fattore ideale per la migliore maturazione delle uve, fermentazione spontanea in vasche di cemento e tanto affinamento in bottiglia sono i punti fermi, insieme all’imprescindibile filosofia steineriana, che caratterizzano vini e storie di quello che è considerato un pioniere in questo territorio e che ha iniziato a farlo conoscere in diversi paesi del mondo.

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Salvo Ognibene

Nato in Toscana,  cresciuto a Menfi (Agrigento), ama la pasta, la bici e la Sicilia. Crede nelle isole perché inventano il mare e nelle bollicine perché esaltano la bellezza. E' consulente digitale e di marketing territoriale, scrive di vino e collabora con diversi giornali e guide di settore.  
 
   Laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna discutendo una tesi sui rapporti tra Chiesa, mafia e religione  è  autore di   cinque  libri

 

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