sabato 23 settembre 2023

il Gattopardo al Cous Cous Fest 2023

 Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del

fuoco. Omaggiare la tradizione non è chinare il capo al passato, non è lasciare

alle ceneri del ricordo il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo

ormai andato. Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel fuoco,

che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, e

alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti.” 

Gustav Mahler



                   Al Cous Cous Fest 2023, importante vetrina internazionale per promuovere cultura e i nostri luoghi fonte di ispirazione per la stesura del romanzo più amato e tradotto del '900: "Il Gattopardo".

Gli chef Michele Ciaccio e ChefFrancesco Bonomo hanno presentato il cous cous "Il Ballo del Gattopardo", ricetta ideata in occasione del Festival del Gattopardo - XVIII Premio Letterario - Giuseppe Tomasi di Lampedusa, traendo spunto dalla storia d'amore di Angelica e Tancredi, utilizzando gli ingredienti di cui si parla nel romanzo "Il Gattopardo".


Michele Ciaccio e Francesco Bonomo  

Custodi dell'Identità Territoriale 
del percorso 
Borghi GeniusLoci De.Co.

Ringrazio, a nome personale e dell’Istituzione che presiedo ha dichiarato la Dott. Debhora Ciaccio,  lo sponsor ECOXXI Eco Ciar, gli chef Francesco Bonomo e Michele Ciaccio, i ballerini nonchè maestri Antonino Barbera e Rita la Sala della Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano Luca, per l'importante contributo donato alla città di Santa Margherita di Belìce, permettendoci di portare a San Vito Lo Capo l'identità del nostro territorio ricco di storia e cultura.



Grazie al Sindaco di San Vito Lo Capo Francesco La Sala per l'accoglienza  conclude la Dott.ssa Ciaccio

 La cucina siciliana è irrimediabilmente legata alla storia dell’isola ma anche a tradizioni non proprio locali: sono tanti i piatti “di importazione”, ricette che provengono da altre parti del mondo e che sono state adottate dalla Sicilia al punto da, oggi,  considerarle di casa. E così è successo anche con il cous cous, semola di grano duro che lavorata con l’acqua si trasforma in granelli che vengono poi cotti al vapore, per poi essere condita con brodo e parti di pesce. Ad oggi preparato soprattutto nella zona del trapanese, il cous cous trova le sue origini in Africa e più precisamente in Maghreb. Il nome della pietanza ha derivazione fonetica, ricorda infatti il suono dei grossi bracciali che le donne avevano ai polsi, e che rintoccavano con il movimento rotatorio delle mani che colpivano la terracotta.

La nascita del cous cous ha radici antichissime e la ricetta si lega anche ad una curiosa leggenda riguardante il Re Salomone (900 a.C.): si narra infatti che il re ne facesse un uso ampissimo volto ad alleviare le pene d’amore che soffriva a causa della regina di Saba. Ma il cous cous come arriva in Sicilia ai giorni nostri? 

La pietanza si diffonde in Italia intorno all’800 proprio grazie ai lavoratori delle zone di Trapani, che recandosi in Tunisia cominciarono così ad importare tradizioni del luogo qui in Sicilia. Così, il cous cous diviene un piatto amatissimo anche qui, non solo per il suo gusto, ma anche per ciò che rappresenta: convivialità ed ambiente familiare. Ai suoi inizi infatti, nei paesi di origine, lo si mangiava soltanto a cena e la tradizione prevedeva che venisse servito in un unico piatto, dal quale tutti avrebbero attinto con le mani. 

Con delle innovazioni quindi Trapani ne diventa nuova patria: il cous cous alla trapanese, in dialetto cùscusu, si è anche guadagnato una festa tutta sua, il Cous Cous Fest, che si tiene annualmente a San Vito Lo Capo (TP).

A partecipare al Cous Cous Fest di quest’anno anche lo Chef Francesco Bonomo, che dà vita al piatto “Il ballo del Gattopardo”: un mix di sapori che prendono ispirazione dal noto romanzo di Tomasi di Lampedusa. Ed è proprio così che nasce l’idea: Chef Bonomo ha infatti presentato il piatto per la prima volta durante la manifestazione in onore dello scrittore che si tiene a Santa Margherita del Belice.

“Nel Gattopardo si raccontano i sapori delle aragoste, delle spigole, delle uova in fase embrionale, di buffet con frutta e prosciutti, e sono proprio questi gli ingredienti che si fondono all’interno della ricetta” spiega Chef Bonomo. Il suo è un cous cous a base di aragosta e del suo brodo, alla quale viene affiancata una purea di piselli e petali di spigola tagliata alla julienne e marinata. A dare un ulteriore e particolare aroma è l’olio al prosciutto utilizzato, per poi giungere al medaglione di aragosta che viene posto sopra i grani di cous cous, arricchito con un gel al Moscato (vino che a sua volta viene citato nel libro). A completare la ricetta la bottarga di uovo di gallina marinato e dell’uva di mare, alga dalla forma dell’omonimo frutto (il più amato nel Gattopardo); il tutto ultimato poi con uno spruzzo di “profumo” alla cannella e zenzero.

 

 

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