mercoledì 29 novembre 2023

Luigi Veronelli* (Milano, 2 febbraio 1926 – Bergamo, 29 novembre 2004)

 


 Veronelli, Gino per gli amici , è stato un gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico italiano. Viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. Vogliamo ricordalo così nell'anniversario della dipartita.

Ideo le De.Co. 

 Antesignano di espressioni e punti di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista

di caparbie battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione agricola e

alimentare, attraverso la creazione delle De.Co. (Denominazioni Comunali), le battaglie a fianco delle

amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al dettaglio. 

Veronelli, ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei loro prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria che fa di lui l’antesignano della sovranità alimentare. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli, tra le sue battaglie: “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo la sua onestà”.

 Già nel lontano 1956 Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico, ossia quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”.

“Come io ammiro Picasso perché lo riconosco, così posso apprezzare un vino o qualsiasi altra cosa che viene dalla terra, se la riconosco. Trovo che questo sia un recupero di civiltà, di intelligenza e di libertà estremamente importante. Per questo non mi piacciono i prodotti tipici. Sono diventati un marchio commerciale. Non mi piacciono le tradizioni imbalsamate.  Ma voglio sapere dove nasce un prodotto. Mi fido dell’autocertificazione del produttore che mi spiega come è fatto il suo vino o i suoi ortaggi”.

Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un intellettuale a tutto campo,

ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità e di contraddizioni, capace di vedere

lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel

contesto storico in cui sono stati enunciati. 

Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita non hai mai smesso di 

essere curioso e attento a cogliere le novità, nel rispetto delle identità territoriali.




 

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