martedì 22 aprile 2025

Di e con Luigi Veronelli, Viaggio sentimentale nell'Italia dei vini

 Qualche mese addietro la Rai ha trattato di vino, con Report, ebbene taluni di "quasi addetti ai lavori" hanno gridato allo scandalo, non per il contenuto dell'inchiesta giornalistica, ma perchè così facendo si contribuisce a ...ridurre i consumi.

Vi proponiamo un originale  d'autore, all'epoca necessariamente ci doveva essere  libertà di stampa e di pensiero, altrimenti non l'avrebbero mai messo in onda.

 

Una descrizione del mondo contadino insuperabile

 

Non vogliamo, ne influenzare il Vostro convincimento, ne orientare il vostro giudizio. Buona visione

SONO TRASCORSI 50 ANNI o QUASI.....

Luigi Veronelli, tra i più grandi enologi del Novecento, conduce questo itinerario alla scoperta dei vini e dei viticultori italiani. Un viaggio-inchiesta in onda in 4 puntate nel 1980 con la regia di Mario Mariani, uno sguardo sull'Italia contadina in cui si attraversano vigneti e locande, si incontrano vignaioli che diventeranno nomi di spicco del panorama enogastronomico italiano (fra cui Franco Colombani, Renato Ratti, Gianfranco Bolognesi) e si affrontano tematiche e problematiche d'attualità. Impreziosiscono le puntate musiche originali di Gino Negri interpretate da Nadia Furlon.

https://www.raiplay.it/programmi/viaggiosentimentalenellitaliadeivini


Fine anni Settanta in una strada di periferia. Dopo aver ricevuto una lettera anonima, che attacca pesantemente il vino contadino e sottolinea il declino - anche simbolico - della terra, testimoniato dallo spopolamento delle campagne a favore della grande industria, Veronelli non ci sta: imbronciato, si mette al volante della sua Alfetta, deciso a smentire l'anonimo portando lo spettatore nelle campagne, alla ricerca di quelli che definisce "vini bandiera", veri e propri simboli dell’enologia italiana nel mondo. 

Inizia così il primo dei filmati che Samuel Cogliati ha selezionato per la platea di AIS Milano. Gino Veronelli è un’icona indiscussa per ogni amante del vino, ma per molte delle persone in sala questo video rappresenta una prima assoluta.

Sfila quindi sullo schermo una carrellata di brevi interviste a personaggi evocativi della storia del vino italiano: Bruno Ceretto, Bruno Giacosa, Giacomo Bologna, Giuseppe Ratto. 

Luigi Veronelli
Luigi Veronelli

Ed è sorprendente constatare come alcuni concetti suonino straordinariamente attuali: dalle norme sul vino che al tempo non consentivano l'indicazione in etichetta del vigneto (cru) - mentre oggi impongono di dichiarare la presenza di solfiti senza poter esplicitarne la quantità - alle rese eccessivamente generose concesse dai disciplinari, che di fatto danneggiavano le Denominazioni di Origine favorendo le frodi (il “commercio delle bollette”) ed una minore qualità. 

Particolarmente toccante il passaggio in cui alle immagini di Veronelli, avvolto in un pesante pastrano mentre cammina solitario tra le vigne, si sovrappongono quelle di gruppi di anziani contadini che potano e legano i tralci affondando le caviglie nella neve: «Il contadino non ha tradito la terra» sentenzia Gino «perché questa è l'espressione del luogo che l'ha cresciuto». 

Gli fa eco una frase di Bruno Giacosa: «Se i vigneti dalla bassa Langa non sono noccioleti, lo dobbiamo solo ai vecchi. I vecchi sono maestri senza eredi». Ed ancora Veronelli: «Il peggiore vino contadino è migliore del miglior vino d'industria», perché - e qui ritorna il parallelo con i giorni nostri - un vino di facile beva, accattivante e piacevole può avere una personalità che non lo renderà mai banale e standardizzato.

 

L'ultima parte del video si chiude su un acceso dibattito di un trio ormai epico: con Gino ci sono gli amici Gianni Brera e Mario Soldati, intenti a discutere sul disciplinare del Chianti. 
Per Soldati la tradizione non dovrebbe essere intaccata dalle nuove concezioni, mentre Brera opta per un rinnovamento che veda l'uscita delle uve bianche; Veronelli addirittura critica l'utilizzo del colorino e suggerisce l'impiego in purezza del Sangiovese (che venne introdotto solo molti anni dopo). 

La risposta ideale a questa discussione arriva dalle ultime immagini: dalle proprietà dei Marchesi Antinori, direttamente dalla vigna Tignanello (uno dei c.d. "vini bandiera" italiani, che in realtà sfuggiva proprio al disciplinare dell’allora Chianti DOC a causa dell'utilizzo di cabernet, sauvignon e franc), il Maestro Veronelli sferra l'arringa finale all'anonimo contestatore, congedando gli spettatori con il sunto della sua filosofia enoica: «Diffida delle etichette: cerca tu stesso i vini migliori. Inizia come in amore, con gli occhi. Poi ne percepirai il profumo. Entra nel vino ed il vino entrerà in te. Interpretalo ed ascoltalo».  


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