lunedì 22 aprile 2024

Dal generico prodotto tipico al prodotto identitario

 NinoSutera

              Il format Borghi GeniusLoci De.Co. è   composto da 12 steps che coinvolgono il territorio e i suoi abitanti, se pur c'è da dire che non tutti i comuni possiedono gli elementi indispensabili per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.

                    " In tanti parlano di cibo, ma sconoscono completamente la materia, tantè che   promuovono il prodotto, ma ignorano la provenienza della materia prima, insomma dei principianti."

              Il valore del prodotto identitario ed è il caso dei prodotti De.Co. sta nella storia  o nella leggenda  narrante della tradizione identitaria, diversamente si tratta solo un mero prodotto commerciale, (tipico) ottimo, ma senza ne anima, ne storia, senza Genius Loci. Inoltre  per la sua realizzazione è  prevista  esclusivamente ingredienti  autoctoni. . 

 L’esempio più calzante che ci viene in mente è il cannolo siciliano, tipico per eccellenza, ma non  identitario, perchè in gran parte dei casi la materia prima proviene dai posti del mondo più sperdute (vedasi illustrazione)

          Vogliamo solo affermare che nei prodotti identitari la composizione  degli ingredienti è  autoctona, rispettosa della tradizione identitaria dei luoghi di appartenenza.

Inoltre,  se il cannolo (il discorso vale anche per altri prodotti) viene prodotto con ingredienti della globalizzazione (foto) e realizzato da bravi pasticcieri, buono è a Trapani e buono è a Trieste, ma non possiede le caratteristiche di prodotto identitario, tutta più e un semplice prodotto commerciale generalista.

 

Altro discorso sono le  produzioni locali, che  assumono  una notevole rilevanza per valorizzare la nostra identità, con un forte legame e radicamento con il territorio. I prodotti identitari custodiscono infatti l’eredità di un sapere antico tramandato di generazioni in generazioni, espressione diffusa della nostra identità e tradizione locale.

Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo. Esso caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione e l’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia. E’ quell’unicum che caratterizza la destinazione, quella particolare atmosfera che rende un posto così speciale agli occhi del visitatore. Per trovarlo bisogna saper ascoltare, osservare, riconoscere. Tutto questo rientra nei cosiddetti “fattori di attrazione” di una luogo, nelle attrattive di un territorio che portano poi il turista a scegliere un posto piuttosto che un altro. Identificare il genius loci di un luogo non è cosa semplice, prevede un percorso culturale che miri ad indagare e studiare a fondo la cultura autoctona, le sue peculiarità, le sue problematiche.

«Il percorso GeniusLoci De.Co.   non è ne un’atto dovuto, ne tanto meno un obbligo di legge, ma una scelta volontaria di chi ama il suo territorio e dipende dalla capacità di far seguire ai buoni propositi, atti concreti. L’obiettivo condiviso è quello di valorizzare dal punto di vista culturale, turistico ed economico le eccellenze del giacimento eco-eno-gastronomico, che il territorio senza ombra di dubbio possiede, che mostra con orgoglio al turista e al viaggiante.

«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco,    che afferma il suo primato nel territorio, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro, il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.

Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT.  ect) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma tecnocrati.

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   

Non potendo legare l'azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari, sta nell'unicità dell'identità l'azione vincente. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono strumenti inutili e impropri.

        " E’  inevitabile che, anche in agricoltura, i “beni” divenissero oggetto di scambio ovvero tra-s mutassero in “merci” , perdono il loro valore d’”uso” e assunsero il valore di “scambio”.     Oggi, il mercato è globalizzato ,le merci si muovono dove l’offerta straripa è corre verso la domanda è più sostenuta. Ed ecco il miracolo, si fa per dire in Italia non si coltiva più grano, per esempio, perché sul mercato mondiale non si è più competitivi, si perdono centinaia di migliaia di ettari coltivabili, in compenso si consuma grano alle micotossine (funghi)  importato, prodotto chissà  dove,  maturato con l’ausilio del glisofato,  che proprio bene bene alla salute non fanno. 

  “Certo. La bellezza è il nostro più grande asset. È chiaro che l’Italia dovrebbe investire nella bellezza, invece lasciamo da parte questo capitale, lo trascuriamo, lo viviamo con poco entusiasmo. Il nostro paesaggio è bello perché antropizzato. Provate ad immaginare un Mediterraneo senza Italia. Noi siamo messi lì tra le civiltà nordiche, quelle arabe e spagnole, non potevamo che essere una culla di civiltà. In questo senso il mare nostrum è quello che definisco un “consommé di cultura”. Noi abbiamo un dovere di riconoscenza verso il nostro passato“.(Renzo Piano)

                     

Nessun commento:

Posta un commento