martedì 10 dicembre 2024

Sicilia, “Regione Europea della Gastronomia 2025”


Con la prestigiosa nomina di “Regione Europea della Gastronomia 2025”  la Sicilia si conferma terra di sapori unici e di grande tradizione culinaria. Pronto il programma delle iniziative


È la prima regione d’Italia a raggiungere l’ambito traguardo, che certifica quanto affascinante sia il nostro territorio, ricco di storia, cultura e natura diversificata, che esprime il suo potenziale anche a tavola. Un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Con i suoi oltre mille chilometri di costa, la Sicilia è l’isola più grande e varia del Mediterraneo. La sua posizione strategica l’ha resa testimone e protagonista di molteplici vicende storiche, che hanno lasciato tracce tangibili nel suo patrimonio culturale e nelle sue tradizioni. È un’Isola con una propria identità, spesso sfaccettata e contrastante, frutto dell’influenza di popoli e civiltà differenti. Tale peculiarità si traduce in una gastronomia unica e raffinata, che si basa su prodotti genuini e locali, derivati da una ricca biodiversità vegetale e animale. 

Al suo interno sono attivi 4 vulcani, 7 aree marine protette, 5 parchi naturali che si estendono per oltre 84 mila ettari in tutta l’isola. E ancora 74 riserve naturali e 30 zone di protezione speciale. Con i suoi 15 parchi archeologici la Sicilia testimonia l’impatto storico delle diverse civiltà che nei secoli si sono avvicendate. Sono inoltre presenti 14 isole minori che compongono gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica, Pantelleria e altre piccole isole. I principali arcipelaghi sono costituiti da isole di origine vulcanica che rendono unico il loro “terroir”, che si traduce in prodotti della terra e del mare che si distinguono per sentori di zolfo e una spiccata salinità.

L’agricoltura siciliana rappresenta circa il 10% dell’intero Sistema agricolo italiano e raggiunge quasi il 20% se si considera l’intero comparto agroindustriale. Con i suoi 427mila ettari è la regione italiana con la maggior quantità di suolo lavorato in biologico e la prima per numero di addetti del settore. L’altissima qualità delle produzioni è provata dal fatto che in Sicilia sono registrati 36 DOP e IGP, 31 vini DOC e DOGC e 59 prodotti a marchio QS Qualità Sicura Garantita per grano e prodotti zootecnici (latte, carne).




La Sicilia vanta una grande tradizione per quanto concerne la produzione di frutta. L’uva da tavola svolge un ruolo da protagonista, con due varietà certificate (l’uva Canicattì IGP e Mazzarone IGP). Anche in bottiglia la Sicilia è protagonista, raccontando la varietà del suo territorio vitivinicolo. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. Inoltre la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico. La zona di produzione della “DOC Sicilia” comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia, le cui denominazioni di origine protetta dei vini siciliani sono 24. Le IGT/IGP sono invece 7.

Menzione particolare meritano gli agrumi siciliani, che all’interno dell’agricoltura nostrana sono parte fondamentale, con oltre 88 mila ettari, di cui 58 mila adibiti ad aranceti, 21 mila a limoneti e 5 mila a mandarineti. Nell’ambito dei prodotti certificati, quelli più rilevanti in tale settore sono l’arancia rossa di Sicilia IGP e Ribera Dop, il limone di Siracusa IGP, il limone dell’Etna IGP e il Limone interdonato di Messina IGP.  Infine i mandarini, le cui varietà più note sono i Cleopatra, l’Avana e il Tardivo di Ciaculli.

La Sicilia è anche l’Isola degli ulivi, un elemento altamente distintivo della vegetazione mediterranea naturale. La produzione media di olio siciliano è di circa 34 milioni di chili. Il valore aggiunto dell’oro verde per l’economia siciliana coinvolge ogni autunno 106 mila produttori e circa 20 milioni di piante su oltre 158 mila ettari di superficie che rappresentano il 13,85% del patrimonio olivicolo nazionale, collocando la Sicilia al terzo posto tra le regioni italiane più produttive, appena dopo Puglia e Calabria.

Degna di nota, con 8,2 mila ettari e una produzione complessiva di oltre 147 mila tonnellate nel 2020 è la coltivazione del fico d’India. Ha due varietà certificate: il Fico D’India dell’Etna Dop e quello di San Cono Dop. Altre produzioni di valore, sia in termini quantitativi che di varietà sono quelle delle nespole e delle pesche.



Anche la frutta secca gode di notevole prestigio, come le mandorle e il pistacchio di Bronte, noto per le sue proprietà gustative.

La Sicilia vanta anche un’ampia produzione di ortaggi: pomodori, carciofi, cipolle, cavoli, patate, zucchine e carote. In questa categoria spiccano due prodotti certificati: il Pomodoro di Pachino e la Carota novella di Ispica IGP.  

Di grande importanza è la varietà e la produzione dei formaggi siciliani, molti dei quali definiti “storici”. La biodiversità casearia siciliana registra numerose tipologie di formaggi, prevalentemente ovini, ma anche caprini e bovini. Le produzioni certificate comprendono 5 formaggi a Denominazione di Origine: il Pecorino siciliano DOP, il Ragusano DOP, il Piacentinu Ennese DOP, la Vastedda della valle del Belice DOP, la Provola dei Nebrodi DOP.

Storicamente, sin dai tempi dell’Impero romano, la Sicilia è stata considerata il granaio d’Italia. D’altronde, la coltivazione del grano occupa gran parte della superficie dell’Isola: il grano duro copre una superficie di 264 mila ettari, mentre il grano tenero copre 110 ettari.


Anche il mare ha un ruolo fondamentale per la costruzione dell’identità gastronomica siciliana. La pesca e l’industria ittica costituiscono uno dei più importanti settori produttivi in continua e costante crescita anche nell’ambito delle iniziative di promozione enogastronomica. Il comparto rappresenta tuttora uno dei settori trainanti dell’economia della Regione. Ogni anno rappresenta circa un quarto delle catture italiane e un terzo dei ricavi complessivi del settore. Inoltre, la Sicilia ha la flotta più grande tra le regioni italiane, sia in termini di unità che di stazza. La Sicilia vanta il maggior numero di imprese di conservazione del pesce in Italia (32%) e posti di lavoro in questo settore (27%). L’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione totale italiana ed è costituita quasi esclusivamente dalla produzione di spigole e orate.

Le acque dello Stretto di Messina sono note per la pesca del pesce spada, ma anche per sardine, acciughe e sgombri, ovvero il tipico pesce azzurro del Mar Mediterraneo. Menzione particolare per storia (con l’ex stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica) e tradizione merita il tonno rosso siciliano. Introdotta dagli arabi intorno all’anno 1000, la pesca del tonno si è tramandata nei secoli, fino ai giorni nostri. Uno dei beni ittici più rinomati e iconici della Sicilia è anche il gambero rosso di Mazara del Vallo, che da scarto delle battute di pesca è diventato un frutto di mare tra i più apprezzati e ricercati.

La Sicilia gode anche di una straordinaria tradizione di Street Food. Il cibo di strada che nasce povero, adesso è tra i più ricercati anche in chiave gourmet. Ricco di varietà e di proposte, lo street food siciliano (e in particolare quello di Palermo) è stato collocato dal network americano Virtual Tourist, al 5° posto tra i migliori produttori di “street food” al mondo. Pane panelle e crocchè (cazzilli), arancine, carduna, cacuocciuli e vruocculi (cardi, carciofi e broccoli fritti nel burro), milinciani fritte (melanzane fritte), pesce cicireddu (pesciolini fritti), sfinciuni (un tipo di pizza), pane ca meusapane cunzatu e stigghiola, sono alla base di un variegato ventaglio di sapori e odori che affondano le loro radici nell’incontro di diverse culture. 


Anche la tradizione pasticcera siciliana gode di notevole prestigio all’interno del panorama gastronomico, non solo nostrano: il cioccolato di Modica, con la sua secolare lavorazione che affonda le sue radici nel XVIII secolo, grazie ai segreti di artigiani cioccolatieri che amalgamavano il cacao con lo zucchero e le spezie; il cannolo e la cassata siciliana sono alcuni dei prodotti dolciari più apprezzati e iconici della nostra terra; proprio la cassata, con la sua base di ricotta, pan di spagna e glassa di zucchero è l’emblema del sincretismo culturale siciliano. Con le sue origini arabe, continua ad essere uno dei baluardi gastronomici della sicilianità nel mondo.

Questo panorama articolato di prodotti di qualità, uniti a storia, territorio, archeologia, tradizioni, ha dato vita al ricco e articolato patrimonio gastronomico che oggi consegna alla Sicilia la nomina di Regione europea della gastronomia 2025. Un traguardo autorevole, che celebra l’eredità culinaria dell’antica Trinacria, offrendo un viaggio gastronomico unico, fatto di autenticità, passione e sapori indimenticabili. Il piano strategico per il 2025 è volto a promuovere il brand Sicilia nel mondo, utilizzando come attrattore l’enogastronomia, la cui valorizzazione è determinante anche in chiave di un turismo sempre più sostenibile. Se il cibo ha una forte valenza economica, sociale e culturale, la Sicilia ha molto da raccontare.

domenica 8 dicembre 2024

La legge n.194/2015 per la tutela della biodiversità

ninosutera
Dal Born in Sicily 
alla 
Comunità del cibo Born in Sicily
           
La legge n.194/2015 ha molto della legge regionale  voluta da  Dario Cartabellotta,  all'epoca (2013)  Assessore Regionale per le Risorse Agricole e Alimentari di Sicilia,  ispirata al concetto del 
Born in Sicily 
 Mi piacerebbe vedere una regione con un'unica 
Comunità del cibo Born in Sicily  
Ma si sà la Sicilia, spesso anche nel recente passato, da una legge nazionale o da un regolamento dell'U.E, si materializzano come per magia 100 idee, proprio come 
Tomasi di Lampedusa scriveva   nel secolo passato
"Prendete un problema di qualunque natura (politico, sociale, culturale, tecnico o altro) e datelo da risolvere a due italiani: uno milanese e l'altro siciliano. Dopo un giorno, il siciliano avrà dieci idee per risolvere questo problema, il milanese nemmeno una. Dopo due giorni, il siciliano avrà cento idee per risolvere questo problema, il milanese nessuna. Dopo tre giorni, il siciliano avrà mille idee per risolvere questo problema, e il milanese lo avrà già risolto".
(citazione a memoria di una considerazione
di Giuseppe Tomasi di Lampedusa 1958 
La legge n.194/2015 ha come obiettivo la tutela della biodiversità di interesse agricolo e la valorizzazione del ruolo degli agricoltori custodi della biodiversità, definiti come coloro che si impegnano nella conservazione delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica. 

In conformità con il Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agricolo, la legge n.194/2015 istituisce un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare che è costituito da 4 elementi principali: l’anagrafe nazionale della biodiversità, la rete nazionale della biodiversità, il portale nazionale della biodiversità e il comitato permanente per la biodiversità. 

                Sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse alimentare ed agrario (Legge n.194/2015) Nello specifico, il sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità prevede l’istituzione di un’anagrafe nazionale della biodiversità agraria e alimentare, attualmente in fase di implementazione, in cui siano raccolte tutte le risorse genetiche locali di origine vegetale, animale o microbica a rischio di estinzione. 

           Viene, inoltre, istituita la rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo, che è costituita dalle strutture locali, regionali e nazionali per la conservazione del germoplasma ex situ e dagli agricoltori e allevatori custodi. La rete, coordinata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, svolge ogni attività diretta a preservare le risorse genetiche locali dal rischio di estinzione o di erosione genetica, attraverso la conservazione in situ o ex situ, nonché a incentivarne la reintroduzione in coltivazione o promuoverne altre forme di valorizzazione. 

              La rete, inoltre, promuove la diffusione e lo scambio di conoscenze e di esperienze. È invece affidata alle Regioni l'individuazione degli agricoltori custodi con l’obiettivo di attuare la conservazione, nell’ambito delle aziende agricole, delle risorse genetiche del proprio territorio soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica, nonché per incentivare e promuovere l’attività da essi svolta e per garantire la loro iscrizione alla rete nazionale della biodiversità. 

Il Comitato permanente per la biodiversità si occupa della governance del nuovo sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità e ha il compito di garantire il coordinamento delle azioni sviluppate a livello centrale e regionale e l’attuazione del Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo. Per quanto riguarda le risorse finanziarie stanziate per la tutela della biodiversità di interesse agricolo, con l’approvazione della legge n.194/2015, a decorrere dal 2015 e con una dotazione di 500.000 euro, è stato istituito il fondo per la tutela della biodiversità agraria e alimentare, che è destinato a sostenere progetti di ricerca e le attività degli agricoltori e degli allevatori custodi. È auspicabile che il fondo per la tutela della biodiversità agraria e alimentare possa finanziare azioni di sostegno dirette agli agricoltori e allevatori custodi nell’ambito dell’anagrafe nazionale della biodiversità, azioni di sistema e progetti di ricerca per la promozione della rete nazionale della biodiversità e delle reti attive a livello regionale e locale. 
Con la legge n.194/2015 è prevista anche l’istituzione delle comunità del cibo e della biodiversità agraria e alimentare, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione, di sostenere le produzioni agrarie e alimentari di qualità e di favorire comportamenti atti a tutelare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Si tratta di ambiti locali derivanti da accordi tra i diversi portatori di interesse legati alla tutela e alla valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare che possono avere come oggetto lo studio, recupero e la trasmissione di conoscenze e saperi tradizionali sulle risorse genetiche di interesse alimentare, la realizzazione di forme di filiera corta e vendita diretta, l’agricoltura biologica e altri sistemi colturali a basso impatto ambientale, la realizzazione di orti didattici, sociali, urbani e collettivi, ecc. Le comunità del cibo e della biodiversità rappresentano uno strumento innovativo per promuovere percorsi territoriali integrati di sviluppo locale legati all’agricoltura sostenibile, al cibo e alla biodiversità. 
                   Per promuovere la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare la legge n.194/2015 prevede la realizzazione di periodiche campagne promozionali ed identifica appositi itinerari della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, che hanno l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle risorse genetiche locali iscritte all'anagrafe nazionale e lo sviluppo dei territori interessati. È prevista anche l’istituzione della giornata nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare il giorno 20 maggio. In conclusione, possiamo affermare che l’importanza della legge n.194/2015 e del sistema nazionale di tutela risiede nel fatto che potrà dare un nuovo impulso all’attuazione del Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e potrà mettere a sistema le numerose attività e iniziative legislative regionali intervenute in materia. Per promuovere la tutela e la valorizzazione della biodiversità agricola e alimentare e delle risorse genetiche in agricoltura occorre sviluppare un’azione sinergica tra gli strumenti previsti dal sistema nazionale della biodiversità della legge n.194/2015 e gli interventi contemplati dalle misure di finanziamento dei programmi di sviluppo rurale. I Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020 rappresentano lo strumento più importante per assicurare un sostegno diretto agli agricoltori e agli allevatori custodi della biodiversità. Inoltre, attraverso gli incentivi previsti dai PSR, si possono promuovere anche la competitività e la multifunzionalità delle aziende agricole custodi della biodiversità. Più in generale possiamo affermare che un aspetto rilevante per rafforzare la competitività delle risorse genetiche autoctone è sicuramente costituito dal loro inserimento in sistemi territoriali sostenibili. È importante riuscire a coniugare la conservazione della biodiversità agricola con lo sviluppo locale del territorio, creando sinergie tra agrobiodiversità, ambiente, territorio, aree protette, paesaggio, cultura e identità locali sulla base del modello proposto dalle comunità del cibo e della biodiversità agraria e alimentare. In tal senso, la Rete Rurale Nazionale attraverso il Progetto Biodiversità, Natura 2000 e Aree Protette può favorire lo sviluppo di sinergie, lo scambio di esperienze, di competenze e di buone pratiche.

lunedì 2 dicembre 2024

Aidone, Borgo GeniusLoci De.Co.

 

Il Comune di Aidone, ha recentemente adottato il percorso per la valorizzazione dell'identità territoriale. Nelle prossime settimane l'evento di presentazione e il programma per il 2025  

Cos'è un Borgo Genius Loci De.Co.?

Un Borgo Genius Loci De.Co. è molto più di un semplice paese. È un luogo dove storia, cultura, tradizioni e prodotti locali si intrecciano in un'unica, inconfondibile identità. Il termine "genius loci" (spirito del luogo) evoca l'anima profonda di un posto, il suo carattere unico e irripetibile. La De.Co. (Denominazione Comunale) è invece un riconoscimento ufficiale che attesta l'originalità e l'autenticità di un prodotto o di un processo produttivo legato a un determinato territorio.

Perché sono così importanti?

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare e un patrimonio culturale da tutelare. I progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.









 

Quali sono gli elementi caratteristici?

  • Prodotti identitari: Ogni borgo ha le sue specialità enogastronomiche, spesso legate a tecniche di coltivazione e lavorazione tradizionali.
  • Artigianato locale: Ceramiche, tessuti, strumenti musicali: l'artigianato è un'altra espressione dell'identità di un borgo.
  • Eventi e feste: Le sagre, le feste patronali e le rievocazioni storiche animano i borghi e coinvolgono tutta la comunità.
  • Paesaggio: L'ambiente naturale, con i suoi borghi arroccati su colline, le valli incantate e i paesaggi marini, è un elemento fondamentale dell'identità di questi luoghi.

Come diventare un Borgo Genius Loci De.Co.?

Per ottenere questo riconoscimento, un comune deve dimostrare di possedere determinate caratteristiche:

  • Un'identità forte e riconoscibile.
  • Prodotti o processi produttivi originali e legati al territorio.
  • Un'attenzione alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.
  • Una volontà di coinvolgere la comunità locale nei progetti di sviluppo.

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