Nell’ anno del cibo italiano, i distretti del
cibo, attraversando i Borghi GeniusLoci De.Co
Il turismo enogastronomico piace. Anzi, piace sempre di più. Un italiano su tre ha svolto almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia negli ultimi tre anni. Un dato che dichiara il nuovo ruolo dell’enogastronomia, che da elemento ‘accessorio’ si è trasformata in una componente in grado di influenzare le scelte di viaggio. Non a caso il 2018 è stato dichiarato Anno del cibo italiano dal Mibact.
Queste ed altre evidenze emergono chiaramente dal PRIMO RAPPORTO SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO ITALIANO, studio che traccia
un quadro sul settore e delinea le tendenze di un segmento in forte crescita in
tutto il mondo. Sotto l’egida dell’Università degli studi di Bergamo e della
World Food Travel Association, ha il patrocinio di Touring Club, Ismea Qualivita,
Federculture e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork-
TripAdvisor.
Spiega Roberta Garibaldi, esperta di turismo enogastronomico che ha coordinato l’Osservatorio: “Questo lavoro mette a fuoco un trend in forte ascesa. Risulta sempre più evidente come la gastromania stia condizionando la scelta dei viaggi. Troviamo un rafforzamento su ogni fronte: ora gli italiani si muovono anche per cercare esperienze legate al cibo e al vino. Un atteggiamento sempre più simile a quello di molti stranieri.”
Il 63% dei turisti italiani valuta importante la presenza di un’offerta
enogastronomica o di esperienze tematiche quando sceglie la meta del viaggio.
Elementi imprescindibili sono qualità e sostenibilità, il tema green non è
driver di scelta solo per le produzioni agroalimentari, ma anche per il 42%
delle strutture ricettive e degli eventi.
Le esperienze Food più popolari, dopo il mangiare piatti tipici del luogo
in un ristorante locale (indicata dal 73% dei turisti), sono visitare un
mercato con prodotti del territorio (70%) e comprare cibo da un food truck
(59%). Forte è pure l’interesse verso il Beverage, non solo vino, ma anche
birra locale.
Nonostante l’interesse sia molto alto, il mercato mostra ancora ulteriori
margini di crescita.
Esiste un gap fra le esperienze desiderate ed effettivamente fruite, molto
ampio nel caso di proposte quali andare alla scoperta di cibo con un esperto
enogastronomico (40%) e partecipare ad un viaggio enogastronomico di più giorni
organizzato da un’Agenzia di Viaggio o da un Tour Operator (36%).
Infine, gli italiani all’estero. Anche se desiderano conoscere le tradizioni
culinarie del Paese in cui si recano, ci sono prodotti a cui non vorrebbero
rinunciare: sono i grandi classici, pasta, pizza, vino italiano e caffè.
Sicilia destinazione “top” per gli italiani
La regione più desiderata dai turisti italiani è la Toscana, ma si
riscontra un forte interesse per il Sud, in primis Sicilia e Puglia. Molte
regioni hanno un potenziale inespresso e non vengono percepite come mete
enogastronomiche rilevanti, nonostante siano ricche di eccellenze.
Il profilo del turista enogastronomico italiano
Roberta Garibaldi così sintetizza: “E’ un turista acculturato, con maggiore
capacità e propensione alla spesa, che cerca nell’enogastronomia un’opportunità
di conoscenza e contatto con la cultura di un territorio. Organizza il suo
viaggio affidandosi al web, sia per raccogliere informazioni sia per prenotare
le singole componenti del viaggio. Ma ha una propensione maggiore rispetto al
turista generico alla prenotazione attraverso intermediari. Si sente più
coinvolto, vuole sperimentare l’enogastronomia a 360°, affiancando spesso altre
proposte attive. Preferisce percorsi misti, non monotematici: il turista del
vino cerca anche
ottime esperienze gastronomiche”.
L’offerta
I numeri del Bel Paese sono di tutto rispetto: 821 Indicazioni Geografiche
Food & Wine, 586 ristoranti di eccellenza, 11.329 agriristori, 18.632
agriturismo con alloggio, 169 Strade del Vino e dei Sapori, 12.446 agriturismo
che offrono proposte turistiche quali maneggio, escursioni guidate a piedi o in
mountain bike, fattorie didattiche. A ciò si aggiungono una molteplicità di
altre esperienze Food & Beverage, quali Musei del gusto, esperienze in
cantina, eventi tematici e scuole di cucina. Il nostro Paese possiede
un’offerta ricca e variegata, in grado di soddisfare la pluralità di esigenze
del turista alla ricerca dei sapori locali. Ma come evidenzia Roberta Garibaldi
“L’offerta italiana appare oggi a macchia di leopardo: ad esempio, la
ristorazione è un settore evoluto ed organizzato, con una vasta gamma di
esperienze per ogni target, così come molte cantine, che offrono visite ben
strutturate; invece, si potrebbero incentivare altre realtà ad aprirsi di più
al turismo, come i caseifici, le cioccolaterie, i pastifici”.
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