Prescrivere una dose di natura
Uno studio mostra
che "prescrivere la natura" è in grado di …….
La medicina moderna sta riscoprendo
il semplice potere curativo dell'essere all'aperto.
Un numero crescente di prove evidenzia l'importanza dello spazio verde per mitigare i rischi per la salute associati all'urbanizzazione, come malattie cardiache, malattie respiratorie, basso peso alla nascita, scarso funzionamento immunitario e mortalità più elevata. Diversi decenni di ricerca in Giappone, Corea e Finlandia hanno dimostrato che gli ambienti naturali e urbani influenzano in modo diverso la risposta allo stress umano. Le persone immerse nella natura mostrano benefici su una varietà di indicatori fisiologici, come la variabilità della frequenza cardiaca, i livelli di cortisolo (l'ormone della "lotta o fuga"), la presenza di proteine anti-cancro e l'attività delle cellule killer naturali importanti per il funzionamento immunitario .
I medici in Scozia stanno
letteralmente prescrivendo la natura ai loro pazienti
"Esiste una prova schiacciante
che la natura abbia benefici per la salute per il corpo e la mente",
afferma Karen MacKelvie, responsabile della comunità RSPB.
Andare dal medico e ritirata la
ricetta, invece di andare in farmacia, si va per dritti in montagna. Si va a
zonzo per la natura. È questa idea che arriva dal sistema sanitario
scozzese: i medici, invece di prescrivere farmaci, consigliano passeggiate,
trekking, raccogliere verdura, fiori ecc ecc.
Il programma si chiama “Nature
Prescription” e le patologie prese in considerazioni sono soprattutto quelle
croniche: ansia, depressione, diabete e ipertensione. Il programma è gestito
dal National Health Service del Regno Unito e dalla Royal Society of the
Protection of Birds (Rspb), un ente per la conservazione della natura, e la sua
sperimentazione è iniziata in 10 cliniche pubbliche dell’arcipelago scozzese
delle isole Shetland.
Il presupposto è che la natura
possa effettivamente offrire alle persone benefici per la salute e migliorare
il benessere personale. Il concetto di
vivere la natura, dicono, va al di là del puro esercizio fisico. La componente
naturalistica, infatti, è una parte fondamentale della terapia, perché
aggiungendo rilassamento e distensione apporta un miglioramento conclamato
delle condizioni psichiche dei pazienti.
Il programma, considerato il primo del suo genere nel Regno Unito, consiste in un approccio non farmacologico, ossia nella prescrizione di diverse attività da svolgere all'aria aperta, partendo proprio dal presupposto che la natura possa effettivamente offrire alle persone benefici per la salute, e aiutare a trattare una serie di problemi quali ansia, depressione, diabete, ipertensione, oltre a migliorare il benessere personale. “Esiste una prova schiacciante che la natura abbia benefici per la salute del corpo e della mente”, afferma Karen MacKelvie, responsabile della comunità Rspb. Infatti, commenta Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) l'idea non è affatto nuova.
“Tutti i medici sanno che
praticare in maniera sistematica alcune buone abitudini, come svolgere
regolarmente l'attività fisica, migliora il benessere e la salute delle
persone”, spiega l'esperto. “Il concetto di vivere la natura, inoltre, va al di
là del puro esercizio fisico. La componente naturalistica, infatti, è una parte
fondamentale della terapia, perché aggiungendo rilassamento e distensione
apporta un miglioramento conclamato delle condizioni psichiche dei pazienti”.
Come precisa l'esperto, ormai da anni i medici dispensano consigli e
indicazioni non solo a pazienti affetti da patologie croniche come l'obesità,
malattie metaboliche, respiratorie e cardiache, ma anche a persone che sono in
buona salute. “L'adozione di uno stile di vita attivo dovrebbe essere una norma
assoluta per tutti”, spiega Cricelli. “Tra le tante indicazioni, per esempio,
c'è quello di ridurre al minimo l'uso della macchina, fare tra i 5 e i 10mila
passi al giorno, evitare le zone affollate e ricche di inquinanti”.
Con questo programma, il National Health Service non sta suggerendo assolutamente che le “dosi” di natura possano in alcun modo sostituire le medicine convenzionali. “Non si tratta assolutamente di una sostituzione della terapia o di una cura per queste patologie croniche”, spiega Cricelli. “Queste attività sono azioni coadiuvanti ai trattamenti, ovvero devono essere intese come uno strumento di aiuto e complementare ai farmaci che, auspicabilmente, porta a migliorare la salute fisica e mentale delle persone”
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