I Canti della mietitura,
testimonianze autentiche e preziose dell’identità di una comunità, esempio
vivente di un dialogo mai sopito tra storia e natura.
In programma il prossimo fine settimana la 2°edizione Sagra del Pane e dei
Grani antichi a Calamonaci. La manifestazione –– intende
valorizzare le antiche tradizioni
tipiche del territorio Durante i quattro giorni si alterneranno workshop, momenti musicali, seminari, laboratori,
spettacoli
Domenica 17 Luglio
alle ore 18.30 presso l'Antico Olificio Sarullo, l’evento inedito “Cantare
il lavoro dei campi. Converszioni e testimonianze sul filo della memoria”.
Moderati da Vania Sarullo D’Amico, interverranno dopo i saluti del Sindaco di Calamonici, Vincenzo Vacante, Giuseppe Veneziano, Mimmo Marino, Nino Sutera, concluderà i lavori Toni Scilla Assessore Regionale all’Agricoltura.
Almeno fino a quarant’anni fa, in Sicilia, il periodo della mietitura e della trebbiatura ha rappresentato una scadenza lavorativa di primaria importanza. Momento di forte socializzazione, occasione per riaffermare vincoli di solidarietà e di valori di vita comuni, questi frangenti, sebbene carichi di fatica, erano l’occasione per chi vi partecipava attivamente, di vivere modalità rituali, agire gesti ed espressioni vocali, pieni di significato.
La mia
relazione verterà, afferma Vincenzo Vacante,
in parte, sull’ascolto ed il
commento dei canti legati a queste attività lavorative, i cosiddetti canti di
paglia. Seguendo ciò che ci insegna la ricerca musicologico-storiografica,
si farà quindi attenzione nel rivalutare, assieme al testo musicale, tutto ciò
che possa riguardare il suo contenuto storico di appartenenza e la sua
ricezione,
Vincenzo Vacante insegna Educazione musicale presso la scuola paritaria Steiner-Waldorf, Maria Garagnani di Bologna. Dopo gli studi classici, condotti a Ravenna, ha conseguito la Laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università Di Bologna, con una tesi in Etnomusicologia.
L’intervento del tenore Giuseppe Veneziano è introdotto dalla presentazione della figura di Alberto Favara (1863-1923) etnomusicologo e compositore siciliano che comprese l’importanza dello studio della musica popolare ed ad essa dedicò molti anni di ricerche sul campo, portando all’attenzione di studiosi e letterati il mondo della canzone popolare siciliana.
Il Favara raccolse un migliaio di canti popolari scrivendo la linea
melodica, le parole, il ritmo, annotando altresì paese, nome, età e mestiere
del cantore concludendo con delle note tecniche di straordinaria importanza.
Tra i libri pubblicati che contengono i risultati della sua ricerca i “Canti della terra e del mare di Sicilia” (tre volumi) e l’opera omnia con il titolo di “Corpus di musiche popolari siciliane” pubblicata postuma dal genero Ottavio Tiby nel 1957.
Seguirà l’esecuzione di alcuni brani tratti dal CD “Alberto Favara-Canti della terra e del mare di Sicilia” che il Maestro Veneziano ha inciso insieme ad altri musicisti nel 1996
Giuseppe Veneziano nato a Ribera si trasferisce a Milano per gli studi universitari di medicina. Si diploma poi in Canto al Conservatorio G.Verdi, da oltre trent'anni nel Coro del Teatro alla Scala di Milano
A seguire l'intervento di Pasquale Mimmo Marino, botanico e ricercatore in biodiversità agraria ci parlerà di grani antichi e biodiversità
Degli obiettivi del percorso Borghi GeniusLoci De.Co ne relazionerà Nino Sutera, fondatore per l’Italia dei European Rural Parliament e ideologo del percorso Borghi Genius Loci De.Co.
L’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione dell’identità territoriale e delle tradizioni storiche e culturali al fine di ottimizzarne la competitività.
È un percorso innovativo attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata identità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
«E’ proprio
a tavola che si esprime quel “Genius loci” che dà il nome all’iniziativa, e che
preferiamo al corrispondente termine francese “terroir”: il menù non è solo una
sequenza di ghiottonerie atte ad appagare i piaceri del palato, ma va anche e
soprattutto inteso come narrazione di un “frammento di civiltà”.
«Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: per il grande enologo, gastronomo e scrittore lombardo, esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva”. Pertanto il Genius Loci si visita nel territorio e si assapora nel piatto».
L’intervento si concluderà con la consegna ad Enzo Vacante e Giovanni Moroni del riconoscimento di "Custode dell'identità territoriale" del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co.
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