venerdì 24 febbraio 2023

Luci e ombre sulle politiche dedicate al ricambio generazionale in agricoltura in Italia


                    L’agricoltura è un settore che, come in tutta Europa, va progressivamente industrializzandosi, e nel processo getta fuori mercato, giorno dopo giorno, una produzione familiare e di piccola scala che però ancora costituisce l’ossatura del nostro settore primario. La domanda è: per quanto? L’interrogativo  di grande attualità, considerato    l’urgente transizione verso l’agroecologia non possa prescindere dall’esistenza e dalla moltiplicazione delle realtà di piccola e media dimensione, biodiverse, indipendenti dalla chimica di sintesi e orientate al mercato interno.
Il ricambio generazionale è una chiave imprescindibile per favorire l’emersione di questo arcipelago di piccole agricolture, alle quali ancorare - attraverso le politiche pubbliche - il diritto di accesso a un cibo di qualità per i consumatori urbani e rurali.

Nel documento   "Gioventù frustrata Se l'agricoltura italiana perde il treno del ricambio generazionale"  elaborato da un associazione  un’associazione ambientalista indipendente, impegnata dal 2008 a livello locale, nazionale e internazionale in progetti e campagne sui temi dell’ambiente, dei diritti e dell’agricoltura ecologica,     descrive una realtà vera, non mediata dalla politica da una parte e dalla burocrazia dall'altra, su   chi sono oggi i giovani che provano ad avviare un’azienda agricola, quali sono le loro necessità e cosa fanno le istituzioni per metterli nelle condizioni di lavorare. L'analisi si conclude infine, con delle  raccomandazioni per rafforzare o modificare gli strumenti normativi pensati per favorire il ricambio generazionale, così che possano includere presto molti potenziali beneficiari che oggi rinunciano in partenza a coltivare il loro sogno: un campo agricolo. 

Spesso in questi anni abbiamo letto di un ritorno dei giovani alla terra, della loro spiccata vocazione alla sostenibilità, del desiderio di recuperare un contatto con la natura che diventa volano di economia per i territori rurali. Storie che accendono una fiammella di speranza, dipingendo un controesodo verso le campagne in costante spopolamento dal dopoguerra. Si tratta, però, di una narrativa che oscilla fra l’ottimistico e il palesemente falso. Purtroppo, dai dati più aggiornati raccolti dai principali istituti di ricerca in Italia ed Europa,  emerge che il trend è del tutto opposto. Il ricambio generazionale nel settore agricolo non è fermo al palo, ma addirittura negativo. E questo perfino di fronte a un crollo verticale delle aziende agricole che prosegue da decenni.   Va esplicitato che l'analisi prende in esame il Paese Italia, non tenedo conto delle singole specificità regionali

 

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