martedì 30 dicembre 2014

2014, 365 Giorni di Geniusloci De.Co.

Slideshow Slideshow 2014, 365 Giorni di Geniusloci de.Co.


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venerdì 19 dicembre 2014

Agroalimentare & Cultura


La De.Co. strumento per la valorizzazione dell'identità  territoriale



                     Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un‟idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un‟importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali.
 
La De.Co. è “un prodotto del territorio”    (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura oppure come occasione del presente, per cogliere un‟opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e, forse la cosa più importante, l‟autenticità del loro territorio di origine.
La De.Co è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che fissa un valore, una carta di identità che i rilascia dopo aver censito un passato, un presente, e ipotizzato uno sviluppo futuro.
La Denominazione Comunale è un processo culturale, un‟attestazione” che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili, oltre che dannosi.
 Genius Loci De.Co.   è un percorso,  al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso di GeniusLoci De.Co., ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi.
Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d‟infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l‟obiettivo è recuperare l‟identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori 
Il format è stato presentato:
* Poster Session del Forum P.A. di Roma;* Assemblea dei Sindaci delle città De.Co del Veneto;* VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia;* Premio nazionale Filippo Basile dell‟AIF* XXVI Congresso Nazionale dell‟Associazione Italiana Formatori di Palermo.

Il format elaborato della LURSS è composto da 12 step, tra i quali quello dei “Custodi dell’identità territoriale”. Questi sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, quello di comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un’importanza crescente anche nei confronti del visitatore che ritrova nel prodotto un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.

giovedì 4 dicembre 2014

Mediterranean Diet


                          A Campofelice di Roccella nel complesso storico di Torre Garbonara, si è svolto il seminario di presentazione   nell’ambito del progetto di  cooperazione transnazionale “Prodotti Tipici e Dieta mediterranea”,  4 gal siciliani (Madonie, Sicani, Metropoliest e Natiblei), 1 gal emiliano romagnolo (L‘altra Romagna), 1 gal bulgaro (Chirpan) e due Agenzie di sviluppo straniere (ATLAS Tunisia e Regionalni razvojni center Koper Slovena), unitamente ad un partenariato nazionale ampio e variegato (I.Di.Med., SO.SVI.MA. S.p.A., CE.RI.S.-C.N.R., Consorzio Produttori Madoniti, CONAD Sicilia, I.A.M.C.-C.N.R., Associazione Strade del Vino Terre Sicane, Gal Val D’Anapo, G.A.T. Euromed, S.C.E. s.r.l., Consorzio Sicilia Hyblea,   7 A.S.P. siciliane (PA, AG, CL, EN, CT, RG, SR), e la Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori Onlus,   collaboreranno per diffondere i valori connessi all’utilizzo della Dieta Mediterranea. Il progetto, finanziato nell’ambito della Misura 421 del P.S.R. SICILIA 2007/2013, La valorizzazione della Dieta Mediterranea, coinvolge necessariamente i prodotti di eccellenza del territorio siciliano, spesso associati all’identità di un luogo,  nell’ottica anche della De. Co.
 Ha aperto i lavori il responsabile di Piano del gal Madonie   Dario Costanzo, che ha svolto una magistrale lezione di educazione civica, oltre ad aver presentato nei dettagli il progetto.
Gli  obiettivi che il Progetto intende conseguire sono:
·      Perseguire fini salutistici, con il consumo di prodotti sani e terapeutici, in grado cioè di  limitare alcune patologie.
·         Rilanciare le produzioni agricole tipiche del territorio;
·       Applicazione di metodi di coltivazione ecosostenibili, rispettose dell’ambiente;
·         Ridare dignità ai produttori, limitando i condizionamenti del mercato e della domanda;

Pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e pochissima carne. Ecco gli ingredienti della Dieta Mediterranea, dichiarata dall'Unesco “Patrimonio orale e immateriale dell'umanità”. La ragione dell'onorificenza è la ricaduta positiva che la Dieta Mediterranea possiede nei confronti della salute. Ma sapete chi fu il primo a dimostrarne l'efficacia in maniera scientifica? Un italiano? No, lo statunitense Ancel Keys.
Nato nel 1904 a Colorado Spring, fu biologo, fisiologo e nutrizionista presso l’Università del Minnesota. Inviato al seguito delle truppe durante la Seconda guerra mondiale si occupò, per conto del Ministero, di un ampio programma sull'alimentazione.
Durante il suo soggiorno italiano partecipò al primo “Convegno sull'Alimentazione” che si tenne a Roma nei primi anni '50. Alla presenza dei massimi esperti, Keys rimase affascinato dal dato della bassa incidenza di patologie cardiovascolari e di disturbi gastrointestinali della regione Campania e dell'isola di Creta.
Una correlazione che doveva in qualche modo essere spiegata scientificamente. Per questa ragione fu il promotore del primo studio pilota volto a chiarire il mistero. Ad essere sottoposti alle analisi fu la popolazione di Nicotera, in Calabria. Pochi anni più tardi, più precisamente nel 1962, si trasferì a Pioppi, una frazione del comune di Pollica, nel Cilento. Pioppi divenne il quartier generale dei suoi studi. Dopo decenni di indagini giunse alla conclusione che l’alimentazione a base di pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e pochissima carne era la responsabile dello straordinario effetto benefico sulla popolazione locale.
Questo tipo di alimentazione venne chiamata “Mediterranean Diet”, Dieta Mediterranea appunto. Tutti i risultati dei suoi studi vennero tradotti, in forma divulgativa, nel famosissimo libro “Eat well and stay well”, ovvero Mangiar bene e Stare bene. Un volume che fece rivoluzione a partire dagli Stati Uniti, suo paese d'origine.
Keys rimase a Pioppi per oltre 20 anni e morì, nel 2004, all'età di 100 anni. Sinonimo che la Dieta Mediterranea, sul suo inventore, funzionò in maniera davvero eccelsa!
Durante l’incontro è stato presentato  il format Genius Loci De.Co.
Quattro Gal,  100 comuni per una rete delle unicità  De.Co. un progetto straordinario.
La Denominazione Comunale (De.Co.) è  un opportunità  per salvaguardare l'identità di un territorio legato ad una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.  Si tratta di un sistema che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. E' il riconoscimento della tipicità di quei tanti prodotti agroalimentari che non rientrano, per motivi diversi, in altre forme di tutela. Una maniera per legare un prodotto alla sua terra, al suo Comune. Il vero "giacimento" del Paese e quindi delle realtà rurali d’eccellenza   è costituito dalla grandissima ricchezza di culture, di usi, di tradizioni.Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto  e  l’interesse collettivo e condiviso. «Chiedere alla terra di darci l'acqua e il pane, l'olio d'oliva e il vino, quant'altro è necessario per una vita serena, è l'unica via per riprendere a vivere» affermava Luigi Veronelli, uno dei più importanti giornalisti di enogastronomia ideologo delle De.Co,  che proprio quest’anno cade il decennale della scomparsa Veronelli, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la  via per l'affermazione dei territori. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori.
La Denominazione Comunale è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine.
A terroir, termine francese, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile.
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il Percorso prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa. Il format è stato presentato al Poster Session del Forum Pa di Roma. Ci sono luoghi in cui il genius loci è associato ad un monumento, ad un personaggio. Tuttavia le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d'infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto, a un evento. Ecco per noi il percorso significa anche recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze e le unicità dei luoghi
Il 10 p.v a Casteldaccia mentre sarà presentato il progetto “Offerta Rurale Integrata”  della Sicilia (O.R.I.), cioè stimolare il “Turismo Rurale Relazionale”, che è molto diverso da quello di massa. Occorrerà procedere attraverso tre percorsi:  mappatura del territorio  dei club di prodotti e di strutture ricettive; azioni di promo-commercializzazione;  
 Nel Quadro di Europa 2020, i programmi di intervento proposti disegnano una imprescindibile relazione tra agricoltura ed alimentazione.

lunedì 1 dicembre 2014

Castelvetrano, Progetto S.A.RI.CER 3 e 4 dicembre


L’Associazione ‘A DISA' su incarico del Comune di Castelvetrano e in collaborazione con il Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatoreente ente capofila nell’ambito del Progetto S.A.RI.CER (Servizi Avanzati per la Ricerca nella Filiera Cerealicola) Programma Operativo Regionale POFSSR Sicilia 2007/2013 Asse IV obbiettivo operativo 4.1.2 Linea di intervento a CUP. G73G1300017009 e a cui aderisce anche il Consorzio CO.RI.BI.A, ha organizzato una due giorni intensa di Laboratori e Seminari dedicata al tema del Pane nero di Castelvetrano e dei grani duri siciliani.
L’alimentazione è l’energia vitale del Pianeta, come recita lo slogan di EXPO’ 2015, necessaria per uno sviluppo sostenibile basato su un corretto e costante nutrimento del corpo, sul rispetto delle pratiche fondamentali di vita di ogni essere umano, sulla salute. In questo ambito il grano duro e i suoi derivati principali pane e pasta sono i pilastri su cui si fonda la Dieta Mediterranea, dichiarata dall’Unesco “patrimonio immateriale dell’umanità”, ed è tra i protagonisti del paniere delle tipicità Made in Italy.  
Rischia però di essere sbriciolato dalla globalizzazione agroindustriale, indifferente all’impoverimento dell’agricoltura italiana d’eccellenza.  
Da ciò la necessità di fare il punto sulle iniziative messe in atto dai protagonisti siciliani della filiera del grano per recuperare, ognuno nel proprio ambito, i valori essenziali del Made in Sicily.
Lo si fa con questa due giorni che inizia la mattina di giorno 3 dicembre con dei Laboratori Didattici organizzati presso l’Istituto Alberghiero V. Titone di Castelvetrano, dal titolo “Dal Grano Antico Siciliano, al pane, alle paste fresche” e che saranno curati dal mugnaio, come ama definirsi,  Filippo Drago, dal panificatore d'eccellenza Davide Longoni e dalla Chef della biodiversità Bonetta Dell'Oglio.
In particolare i temi trattati saranno :  •    Filippo Drago – I grani antichi e l’arte della molitura  •    Davide Longoni - Facciamo il Pane. Ingredienti, preparazione dell’impasto, lievitazione, modellatura, cottura; •    Bonetta Dell’Oglio – Facciamo la Pasta fresca.
Le farine da grani antichi e le erbe spontanee . Il grano spezzato. 
Nel pomeriggio di giorno 3 dicembre è previsto un incontro/tavola rotonda presso AREA 14 sul tema “Il pane nero di Castelvetrano incontra le tipicità siciliane”, alla quale interverranno  •    Dott. Giuseppe Russo – Responsabile Scientifico e Dirigente del Consorzio di Ricerca G.P. Ballatore •    Dott. Giacomo Dugo – Presidente del Consorzio CO.RI.BI.A •    Dott. Bartolo Fazio - Presidente Istituto Dieta Mediterranea IDiMed di Palermo •    Dott. Giuseppe Bivona - Presidente Libera Università Rurale Saperi e Sapori Onlus , che a conclusione della tavola rotonda consegnerà dei riconoscimenti agli Imprenditori Agricoli delle DOP siciliane quali "Custodi dell'Identità Territoriale Genius Loci De.Co."  •    Dott. Nino Cascio per il Consorzio Olio Nocellara del Belìce •    Dott. Todaro Massimo del Consorzio Vastedda del Belìce, •    Dott. Impastato Dionisio per le Lumache delle Terre Sicane Al termine verrà offerta ai partecipanti una ricca degustazione di prodotti tipici siciliani accompagnati naturalmente da del buon pane nero di Castelvetrano.
La giornata di giovedì 4 dicembre, dalle 9,30 alle 13,00,  sarà invece dedicata ad un seminario presso il Teatro Selinus , che vedrà alternarsi e confrontarsi sul palco i protagonisti dell’intera filiera del grano.
Dopo il saluto ai partecipanti da parte del Sindaco di Castelvetrano Avv. Felice Errante, e del Dott. Giuseppe Russo Responsabile Scientifico e Dirigente del Consorzio di Ricerca G.P. Ballatore, il giornalista Max Firreri sarà impegnato a moderare e stimolare il confronto, di volta  in volta su temi specifici,  fra i relatori invitati  : il Prof. Alfonso Frenda del Dipartimento Scienze Agrarie di Palermo e l’imprenditore Salvatore Passamonte dell’Azienda Antichi Granai; il mugnaio Filippo Drago e il Presidente di ASSIPAN Sicilia Salvatore Normanno; il Dott. Nino Sutera della SOAT di Menfi e il Dott. Calogero Ferrantello  dell’Assessorato Risorse Agricole Regione Sicilia.
Le conclusioni,  con in prospettiva il grande evento internazionale EXPO’ 2015, saranno affidate a: •    Paolo Calcara - Assessore alle politiche Agricole del Comune di Castelvetrano;  •    Dott. Dario Cartabellotta - Responsabile del Cluster Bio-Mediterraneo di EXPO’;  •    Avv. Nino Caleca - neo Assessore alla Risorse Agricole della Regione Sicilia.
A curare l'organizzazione tecnico-scientifica l'associazione Adisa, mentre la promozione è curata dall'associazione l'Agave.




GeniusLoci De.Co. Partanna Tp



  La De.Co.( Denominazione Comunale) è “un prodotto del territorio” con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie.
Con delibera di Giunta Municipale del 22.10.2014 n. 203 è stata avviata la procedura per addivenire all’istituzione della   De.Co. (Denominazione Comunale) attraverso il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co.

“Valorizzare le specificità di una comunità, vuol dire scoprire come poter integrare gli elementi dell’identità nei prodotti del territorio, sostenere e valorizzare lo sviluppo locale, territoriale, culturale, obiettivi che questa Amministrazione aveva già individuato nel programma elettorale” afferma il Sindaco Nicola Catania
Le De.Co (Denominazione Comunale) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “attraverso la De.Co il “prodotto” del Territorio acquista una sua identità“. Un’idea nata dal basso per valorizzare quegli immensi giacimenti enogastronomici che racchiude l’Italia. Risorse e ricchezze che appartengono alla terra, alla storia, alla tradizione di un   luogo.
 La Denominazione Comunale - afferma Nino Sutera – è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine”.
L’iniziativa si inquadra all’interno del percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO – “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”. Il Percorso prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa. Il format è stato presentato al Poster Session del Forum Pa di Roma.

Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tre principi, conclude Nino Sutera la storicità e l’unicità del prodotto da promuovere, perché si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali, la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda, e a burocrazia zero, quindi niente disciplinari, commissioni, istanze, autorizzazioni, etc…
Partanna è una cittadina della Sicilia Occidentale in provincia di Trapani. Fa parte dei fortunati comuni che sorgono nella Valle del Belice, omonima del fiume che solca la zona Sud-Ovest dell’isola. Qui, nelle provincie di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Salaparuta, Santa Ninfa e Poggioreale, nascono alcuni tesori della gastronomia italiana. sempre più rara e per questo sempre più ricercata, nasce in questa valle una particolare cipolla che viene chiamata “La cipolla dolce di Partanna” o Cipudda Partannisa, in dialetto siciliano. Il territorio partannese è particolarmente adatto alla coltura della cipolla detta non a caso “partannese” per il terreno sabbioso e per la ricchezza d’acqua che lo caratterizza. Sono il sapore dolce e le grandi dimensioni che distinguono la “La cipolla dolce di Partanna” dalle altre cipolle. Visivamente è a sfoglia larga e di colore rossastro. All’olfatto ha aroma intenso e delicato, mentre al gusto risulta dolce e di una carnosità assolutamente unica. Per questi motivi si può tranquillamente consumare fresca come condimento alle insalate, senza dover convivere poi con il forte retrogusto tipico di questa verdura!
Dal punto di visto agronomico ha un ciclo primaverile-estivo: viene trapiantata in pieno campo a primavera. L’estate, quando viene raccolta, è il momento migliore per assaggiarla.E’ ottima se abbinata alle varie conserve come la tipica Caponata alla Siciliana con melanzane, capperi e sedani. Tradizionalmente la si taglia a pezzi grossi e la si aggiunge a queste preparazioni. E' inoltre insostituibile nei soffritti poiché il suo aroma si fa sentire gradevolmente senza coprire gli altri odori.

domenica 30 novembre 2014

Borghi GeniusLoci De.Co. Un percorso coerente

ninosutera 
Le De.Co. non sono un marchio, ne strumento di tutela. 
Erroneamente qualcuno crede di poter equiparare la De.Co. ai marchi di qualità, adottando gli strumenti propri dei Marchi (regolamenti, commissioni e fantomatici disciplinari
In realtà la Denominazione Comunale nulla ha a che fare con le denominazioni istituzionalizzate come D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) o I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), per citarne alcune.
 Il format Borghi  GeniusLoci De.Co.  è un percorso culturale,     che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi.
 Obiettivo del  Percorso  Borghi GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.              Il  percorso   innovativo   “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del  territorio   attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.

«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci”    è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
«E’ proprio a tavola che si esprime quel “genius loci” che dà il nome all’iniziativa, e che preferiamo al corrispondente termine francese “terroir”: il menù non è solo una sequenza di ghiottonerie atte ad appagare i piaceri del palato, ma va anche e soprattutto inteso come narrazione di un “frammento di civiltà”. 
«Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: per il grande enologo, gastronomo e scrittore lombardo, esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva”. Pertanto  il Genius Loci si visita nel territorio e si assapora nel piatto».

 La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici,  la  rigogliosa natura ha regalato diversi  elementi attrattivi  ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio
Il format GeniusLoci De.Co. è un percorso culturale, composto da 12 steps, tra questi l’audizione pubblica di presentazione alla Città.  Il percorso ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio.
L’effetto GeniusLoci è  la capacità che deve avere un territorio,  di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo   che possiede il gusto del territorio  nel quale  riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.


Per evitare improvvisazioni controproducenti bisognerebbe conoscere la storia

La legittimità del “marchio” De.C.O. è stata, sin dalle prime iniziative intraprese per la sua istituzione, assai contestata, dibattuta ed ostacolata. Da più parti si è ritenuto, infatti che il Comune non abbia il potere di disciplinare organi e procedure per attestare la provenienza di un prodotto (odei suoi ingredienti base) dal proprio territorio e che, pertanto, nell’istituire la De.C.O. ecceda i suoi poteri istituzionali, ponendosi in contrasto con le norme comunitarie, gerarchicamente sovraordinate a quelle di diritto interno. In particolare, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Direzione Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore), in una notadel 5 febbraio 2004 – indirizzata, tra gli altri, all’ ANCI, alle Regioni ed alle Province autonome – ha ribadito la propria posizione di netto dissenso dal “Progetto De.C.O.” promosso dall’ ANCI, ritenendolo in contrasto con quanto stabilito dalla Commissione europea in merito ai riconoscimenti DOP e IGP. Detta nota ministeriale testualmente recita:”La scrivente Amministrazione ha più volte censurato l’ANCI dal continuare ad istituire marchi di qualità comunali, sottolineando la illegittimità di tali procedure.









Si ribadisce con forza che non è ammissibile ottenere il riconoscimento di un prodotto agroalimentare con strumenti diversi dalla rigorosa osservanza del reg. CEE n. 2081/92. La Commissione europea, come già sottolineato in precedenti note inviate all’ANCI, ha sempre assunto un atteggiamento di condanna nei confronti di detti marchi, attivando procedure di infrazione ogni volta che un Ente pubblico territoriale ha promosso tali marchi di qualità. Lo stesso Governo italiano è stato oggetto di un ricorso per inadempimento voluto dalla Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi in virtù dell’art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea”.Dal testo della nota, si evince che la questione di legittimità concerne l’ammissibilità di procedure comunali che attestano la qualità d’origine di un prodotto, posto che il riconoscimento dell’origine dei prodotti agroalimentari da parte di soggetti pubblici è disciplinato – come si è visto nei paragrafi che precedono – dal reg. CE n. 2081/92 relativo alla “protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli ed alimentari”. In altri termini, le procedure e gli organi previsti dal reg. CE n. 2081/92 sarebbero l’unico strumento legittimo per attestare un nesso fra un prodotto agroalimentare e la sua origine geografica, sicché ogni altro strumento di certificazione riferito alla provenienza geografica sarebbe incompatibile con il diritto comunitario.Assumendo questa posizione, il MIPAF si allinea agli orientamenti della Commissione europea e di una parte della dottrina, che ha sempre ritenuto che gli Stati membri non possano disciplinare in modo

autonomo, mediante provvedimenti interni, le denominazioni di origine geografica dei prodotti agro-alimentari nazionali, in quanto tale potere sarebbe stato attribuito in via esclusiva alla Comunità europea dal reg. CE n. 2081/92. In ragione di tale competenza esclusiva, quando un marchio – al di fuori dei sistemi DOP/IGP – identifica prodotti provenienti da una determinata  zona geografica (territorio regionale, provinciale, comunale) di uno Stato  membro, esso è incompatibile con l’art. 28 (4) del Trattato CE, che vieta l’introduzione di qualsiasi misura di natura pubblica che possa ostacolare le importazioni da altri Paesi comunitari, nonché qualsiasi misura di effetto equivalente, e con l’art. 87 (5), relativo agli aiuti concessi dagli Stati.Ne consegue che è errato istituire la De.C.O. e nello stesso tempo prevedere un disciplinare di produzione, regolamenti, e quant’altro emulano in negativo le normative comunitarie, come taluni ancora fanno.Quando meno appropriata nel Maggio 2005 la svolta a seguito del Convegno di Alessandria, Le denominazioni comunali di origine DE.C.O. diventano denominazioni comunali (acronimo De.Co.).La sintesi di AlessandriaLe De.Co. non sono marchi di qualità, ma delle attestazioni che legano in maniera anagrafica la derivazione di un prodotto/produzione dal luogo storico; sono dei certificati notarili contrassegnati dal Sindaco a seguito di una delibera Comunale; sono dei censimenti di produzioni che hanno un valore identitario per una comunità. Sono dunque strumenti flessibili per valorizzare le risorse della propria terra nel tentativo di garantire la biodiversità, traendone talvolta vantaggi anche sul piano turistico ed economico. Rappresentano, insomma, il vero, autentico passaggio dal generico “prodotto tipico” al “prodotto del territorio”.L’allora Ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno che nel suo intervento ricordò che “Le De.Co., intese come censimento dei prodotti che identificano un Comune, sono un ulteriore elemento di distinzione che sicuramente rafforza il valore identitario di un territorio. [...] Debbono essere uno stimolo, una semplice delibera, che non fa riferimento ad aspetti qualitativi o a disciplinari richiesti invece per altre denominazioni di valenza comunitaria, ma che censisce, in un dato momento storico, un bene identitario legato all’artigianità o alla vocazione agricola di un Comune”Ogni singolo comune, degli 8.000 sparsi in tutta Italia, possiede un patrimonio concreto che è l’espressione della propria tradizione culturale; affinché questa tradizione, gastronomica in primis, non sparisca sono state ideate, da Luigi Veronelli, le De.Co.Per chiarire, se un prodotto è originario solo ed esclusivamente di quel comune, la sua amministrazione, dopo verifiche e attente analisi, ha facoltà di rilasciare una dichiarazione che ne attesti e, allo stesso tempo, ne enfatizzi la provenienza. Ciò grazie anche alla Legge Costituzionale n. 3, emanata il 18 ottobre 2001 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 24 ottobre 2001. Tale azione diventa un riconoscimento di grande valore in quanto consente la conservazione e lo sviluppo della cultura autoctona del territorio, favorendo contemporaneamente anche la protezione del prodotto stesso. A livello economico la DE.CO., non porta alcun beneficio diretto e ovviamente se non utilizzato e diffuso, non significa nulla e non aggiunge alcun valore al prodotto, nella realtà dei fatti, però, può diventare un grande e potente strumento di marketing territoriale, di riconoscimento per la destinazione nei confronti dei turisti e di autocoscienza per gli stessi cittadini.



Con questi presupposti è nato il percorso di programmazione partecipata  Borghi GeniusLoci De.Co elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor inserito tra gli esempi virtuosi del – Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e   prevede un modello di De.Co dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa, ma soprattutto rispettose delle direttive nazionali e comunitarie in materia di un luogo definito e pertanto irripetibile.
Ci sono tantissime differenze tra chi lavora per difendere il proprio territorio, in maniera disinteressata, ma le differenze non solo non devono dividere, ma al contrario possono creare sinergie. La De.Co è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per difendere e salvaguardare l’identità del territorio.”Attraverso una semplice delibera il Sindaco certifica la provenienza di ogni prodotto della sua terra” così Luigi Veronelli spiegava la De.Co. Un’idea nata dal basso per valorizzare quegli immensi giacimenti enogastronomici che racchiude l’Italia. Risorse e ricchezze che appartengono alla terra, al proprio luogo. Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT. PAT.ECT) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma tecnocrati. ”


sabato 29 novembre 2014

GeniusLoci De.Co: Quattro Gal, per una rete delle unicità verso l'Expo 2015

 "Un progetto straordinario che non ha precedenti."



                                 Nell’ambito del progetto di  cooperazione transnazionale “Prodotti Tipici e Dieta mediterranea”,  4 gal siciliani (Madonie, Sicani, Metropoliest e Natiblei), 1 gal emiliano romagnolo (L‘altra Romagna), 1 gal bulgaro (Chirpan) e due Agenzie di sviluppo straniere (ATLAS Tunisia e Regionalni razvojni center Koper Slovena), unitamente ad un partenariato nazionale ampio e variegato (I.Di.Med., SO.SVI.MA. S.p.A., CE.RI.S.-C.N.R., Consorzio Produttori Madoniti, CONAD Sicilia, I.A.M.C.-C.N.R., Associazione Strade del Vino Terre Sicane, Gal Val D’Anapo, G.A.T. Euromed, S.C.E. s.r.l., Consorzio Sicilia Hyblea,   7 A.S.P. siciliane (PA, AG, CL, EN, CT, RG, SR), e la Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori Onlus,   collaboreranno per diffondere i valori connessi all’utilizzo della Dieta Mediterranea. Il progetto, finanziato nell’ambito della Misura 421 del P.S.R. SICILIA 2007/2013, sarà presentato il 29 novembre 2014, a Campofelice di Roccella (PA), presso la Masseria “Torre Garbinogara”.
La valorizzazione della Dieta Mediterranea, coinvolge necessariamente i prodotti di eccellenza del territorio siciliano, spesso associati all’identità di un luogo,  nell’ottica anche della De. Co.

                                La Denominazione Comunale è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine.
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili.
Le De.Co. (Denominazione Comunale) nascono da una idea semplice, del grande Luigi Veronelli che così le spiegava: “ attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità”  
A terroir, termine francese, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile.
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è stato inserito tra gli esempi virtuosi del - FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO - “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il Percorso prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità (intesa come specificità) - Tracciabilità-Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa. Il nostro percorso si articola in 10 steps da condividere con il territorio e per il territorio. Il format è stato presentato, al Poster Session del Forum P.A. di Roma, e a VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia.

“L’istituzione della De.Co per opera dei Sindaci - afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus - non deve essere visto, né come una gara di Formula 1,  né una corsa ad ostacoli, ma un modello che preveda il coinvolgimento e la condivisione della città e dei cittadini, per la valorizzazione dell’identità e delle unicità dei territori”.

venerdì 21 novembre 2014

Monreale, presentato il format GeniusLoci De.Co

Convegno “Agroalimentare, identità, cultura e promozione del territorio”
Le risorse agroalimentari, tra identità, cultura e promozione del territorio sono stato il tema centrale tema della giornata informativa organizzata dalla Soat di Monreale, nell’ambito del Psr Sicilia 2007-2013, misura 111 – azione 2 informazione.

L'incontro ha posto l’attenzione sulla valorizzazione dei prodotti locali del territorio monrealese, partendo dalla qualità delle produzioni e dall'identità territoriale fino ad arrivare alle strategie di promozione e comunicazione per lo sviluppo di un territorio.
Ad aprire i lavori il responsabile della Soat di Monreale Dott. Mario Ferraino, il sindaco di Monreale Avv. Piero Capizzi ed il presidente dell'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Palermo, Dott. Salvatore Fiore. Durante l’incontro si è parlato di “Made in Sicily” come attrattore turistico con la Prof.ssa Alessandra Carrubba, del dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali di Palermo, di valorizzazione dell'identità di un territorio con il metodo “Genius Loci DE.CO.” con Nino Sutera, funzionario della Soat di Menfi, nonché Innovation brokers  e dell'importanza delle giuste strategie di comunicazione e marketing con la dott.ssa Ivana Calabrese.
La De.Co (Denominazione Comunale) nasce da una idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così spiegava: “Attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali”.
Afferma Nino Sutera, direttore della Lurss Onlus: “La Denominazione Comunale è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili, oltre che dannosi”.
"Tra i primi obiettivi e impegni per la valorizzazione dei prodotti tipici, - ha dichiarato Capizzi - inizierò il percorso per ottenere la DE. CO. per il biscotto di Monreale, considerato uno dei principali prodotti della nostra identità storica ed eno-gastronomica. Mi auguro che queste iniziative possano essere organizzate anche a Monreale dove da parte nostra ci sarà la massima collaborazione a coinvolgere tutti i produttori.
Valorizzando i nostri prodotti promuoviamo anche il nostro territorio e le nostre bellezze artistiche e paesaggistiche, quindi sono disponibile a portare avanti il Made in SICILY per lo sviluppo imprenditoriale ed economico. Il settore dell'agroalimentare è trainante nella nostra economia e su questo bisogna puntare”. 

martedì 18 novembre 2014

Partanna, avvio del Percorso GeniusLoci De.Co

Sono intervenuti il sindaco di Partanna Nicola Catania,  Nino Sutera  Giusepepe Bivona, della Libera Università Rurale Saper&Sapor e Alessandro La Grassa del Gal Elimos. Numerosi gli interventi del pubblico.
PARTANNA – Si è tenuto ieri pomeriggio (16 novembre) il convegno di presentazione del Progetto De.Co. (Denominazione  Comunale) per la Cipolla di Partanna.
La grande novita per la cipolla di Partanna è che finalmente si stanno compiendo i passi giusti per poterla valorizzare come merita.
Le De.Co (Denominazione Comunale) nascono da una idea di Luigi Veronelli, che così le spiegava: “attraverso la De.Co il ‘prodotto’ del Territorio acquista una sua identità”, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali”.

Afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus, “I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, e artigiani, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale. Elementi apprezzati da chi sceglie una vacanza diversa, una vacanza negli alberghi diffusi e negli agriturismi, determinanti a qualificare il biglietto da visita del territorio. La De.Co. è ‘un prodotto del territorio’ (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, etc) con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie”.

Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing.
I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e l’autenticità del loro territorio di origine.
La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l’identità di un territorio.
Per Nino Sutera “l’istituzione delle Città De.Co. consente l’avvio di una fase di sviluppo endogeno del territorio, dove la propria storia e la propria tradizione diventa la ‘risorsa’ su cui investire il proprio futuro”.
“A livello locale, quali elementi riflettono l’identità del territorio?”, gli è stato chiesto.
“Ogni singolo comune – ha risposto – possiede un patrimonio concreto che è l’espressione della propria tradizione. Ció che è visibile: il paesaggio, l’architettura, il folklore, il patrimonio storico, il know-how, i prodotti locali, le lingue, la musica, la pittura, ma anche il modo di essere: stile di vita, atteggiamenti, etica sociale. L’identità, la promozione e la salvaguardia, dell’identità, inevitabilmente si ripercuote sull’economia del territorio. La Denominazione Comunale – continua Nino Sutera – è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili, oltre che dannosi. A terroir, termine francese, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile.  Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. L’obiettivo non secondario della legge è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche della città. L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, è quello di riuscire a realizzare una rete di Città De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci.

Al termine della manifestazione di ieri c’è stata la consegna del riconoscimento della Lurss.Onlus di “Custode dell’identità Territoriale al Sindaco della Città Nicola Catania.