Ricevo diverse
email inerenti le De.Co. chiaramente, anche se con un po’ di
ritardo, cerco di rispondere a tutti o quasi…..
Singolare è l’ultima che ho letto, in questi giorni, che merita di essere condivisa, anche perché sono stato invitato a raccontare ….. dei ladri di biciclette .
Recentemente durante un evento internazionale a Caltanissetta, sono stato invitato a tenete una relazione sulle De.Co. Ho ricevuto un'email da parte di un'attenta partecipante, che mi ha scritto "Dott Sutera ho seguito il suo interessante intervento, ha citato 10 volte Luigi Veronelli, attribuendogli di merito di aver creato le De.Co. (sò benissimo che è vero) Nel mio comune nella delibera di giunta, non c'è traccia di Veronelli, per essere precisi non c'è neanche traccia della De.Co. Le chiedo come è mai possibile.?"Perchè circola così tanta ignoranza in materia? ...ecco a voi la risposta. Gentilissima Angela, lei deve essere una molto attenta ai contenuti e alla forma, ha perfettamente ragione non si può scrivere
di De.Co. senza mai citare chi l'ha ideate, ignorando
inoltre chi da oltre 20 anni,
ha diffuso l'idea di Veronelli. Certo potremmo
scrivere anche di chi, si inventa un percorso fai da te,più volte sanzionato dal MISAF, senza ne testa ne
coda, così, ispirato dalla filosofia del taglia e incolla, ma di questi al
sorgere del sole si volatilizzano come la brina di primavera. Ed è proprio in un taglia e incolla che è scomparso il nome di chi li ha ideate Luigi Veronelli. Veronelli, Gino per gli amici , è stato un gastronomo,
giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico
italiano. Viene ricordato come una delle figure centrali nella
valorizzazione e nella diffusione del patrimonio
enogastronomico italiano. Ideo le De.Co. Antesignano di espressioni e punti di
vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie battaglie per la preservazione delle diversità nel campo
della produzione agricola e alimentare, attraverso la creazione delle
De.Co. (Denominazioni Comunali), le battaglie a fianco
delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al
dettaglio. Veronelli, ha
rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’ElaioEnoGastronomia italiana
in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere,
vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei loro
prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana
partigianeria che fa di lui l’antesignano della sovranità alimentare. Ha
lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei
consumatori consapevoli, tra le sue battaglie: “con la trasparenza del prezzo
sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di
ricarico applicato dal rivenditore, e da questo la sua onestà”. Già nel
lontano 1956 Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono
le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”.
Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico,
ossia quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di
vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per
sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo,
Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e
il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”. “Come io ammiro
Picasso perché lo riconosco, così posso apprezzare un vino o qualsiasi altra
cosa che viene dalla terra, se la riconosco. Trovo che questo sia un recupero
di civiltà, di intelligenza e di libertà estremamente importante. Per questo
non mi piacciono i prodotti tipici. Sono diventati un marchio commerciale.
Non mi piacciono le tradizioni imbalsamate. Ma voglio sapere dove nasce
un prodotto. Mi fido dell’autocertificazione del produttore che mi spiega come
è fatto il suo vino o i suoi ortaggi”. Veronelli in questo
come in tanti altri temi, è stato un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità e di
contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e
sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati
nel contesto storico in cui sono stati enunciati. Ma d’altra
parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita non
hai mai smesso di essere curioso e attento a cogliere le novità,
nel rispetto delle identità territoriali. Questo per dirvi che tutti coloro i quali si appropriano dell'idea di altri sono dei semplici ....."ladri di biciclette". Non meriterebbero attenzione alcuna, ma scriverò al Sindaco invitandolo a stare attento... "alle biciclette" e ai ladri di idee altrui!Per alcuni le De.Co. sono nati sotto il cavolo!!! cordialmente |
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